L'esito finale è quello che indicava il pronostico della vigilia, lo sviluppo con cui si arriva al triplice fischio, però, deraglia un po' dalle attese: l'Affrico di Berchielli impone la qualità e la forza di cui dispongono sull'Atletico Piombino, ma lo fanno dopo un turbolento primo tempo e una ripresa vissuta invece in controllo dell'accelerazione acquisita dal 2-0 con cui si rientra negli spogliatoi dopo il primo atto della sfida. Il Piombino infatti, che fin qui ha onorato in modo esemplare il difficile campionato cui sta prendendo parte, tiene testa agli avversari nel primo parziale, nonostante resti ben presto in dieci effettivi e poi addirittura in nove dopo la rete dell'1-0, perdendo Giovanni Rossi e Tommaso Piazzesi verso i quali l'arbitro sventola il cartellino rosso. I locali palleggiano e mantengono l'iniziativa, trovando il vantaggio sugli sviluppi di un pallone inattivo; la respinta corta di Buti premia la reattività di Benci che, salito in proiezione offensiva, non perdona e realizza l'1-0. Il raddoppio arriva prima dell'intervallo, il Piombino già ridotto in nove; resta dunque da giocare un secondo tempo che per forza di cose non può riservare colpi di scena. I locali, allora, amministrano al meglio la situazione, colpendo altre sei volte. Da evidenziare le doppiette firmate da Biba e Guerra, ma a trovare la via del gol e centrare quindi una soddisfazione personale sono anche Conti (meritata la sua prima rete stagionale), Vignozzi e il giovane Ben Moussa. Quando risuona nell'aria di Campo di Marte, il triplice fischio è gradito un po' a tutti.
Per Elena Pulcini era la passione triste, quella che (semplifico; ovunque sia, già quattr'anni ormai, mi perdonerà) fa più male a chi la prova che a chi n'è oggetto; triste e diffusa, la più diffusa. Senza l'invidia il mondo sarebbe rimasto a metà; e dunque non deve vergognarsi chi se ne sente pervadere nel momento in cui guarda la classifica del Forte dei Marmi, matematicamente salvo con due giornate d'anticipo. Di provare invidia non deve vergognarsi il Firenze Ovest: di partite ne deve giocare ancora tre (domani il recupero col Fucecchio, poi in casa col Maliseti prima dello scontro diretto di Bibbiena), ma alla Lampo quartultima deve recuperare due punti. Raddoppia infatti lo scarto della vigilia; raddoppia perché in Versilia matura un 1-0 che complica una situazione già faticosa: la corsa salvezza resta aperta, ma è necessario sbrigarsi a muovere la classifica. Dei calcoli non deve più preoccuparsi il Forte dei Marmi, cui la vittoria di misura calza stretta; il numero dei calci d'angolo conquistati, doppia cifra contro nessuno, è un sintomo chiaro dell'andamento della partita, che avrebbe potuto sbloccarsi già nel primo tempo: solo Seferi, reattivo prima su Lagomarsini e poi su Donati, ritarda la capitolazione. Anche se all'intervallo si va sullo 0-0, l'esito finale resta facilmente intuibile: il Firenze Ovest non ha la forza per imbastire azioni pericolose; né lo aiuta la staffetta indiretta cui sono obbligati Chiariello ed Ermini, che l'ordine di scuderia vincola a un tempo soltanto: ala sinistra titolare era partito Amasna; e nella ripresa terzino sinistro gioca Brou, subito sollecitato dalle accelerazioni di Donati che dall'arrivo di Tedeschi ha fatto registrare un'evoluzione favolosa. Crescono dunque le difficoltà per il Firenze Ovest, che però riesce a ritardare lo svantaggio quasi fino allo scadere: per otto noni della ripresa si conta solo un pericolo per Seferi, graziato da Carpentieri su un traversone non trattenuto. Anche se meno fragorosa del primo tempo, la pressione del Forte dei Marmi resta comunque notevole; e a cinque minuti dalla fine sfocia nel vantaggio: lo segna Dell'Amico, che ricevuto il pallone spalle alla porta lo piazza nell'angolo completando la girata con un dribbling e un mancino secco. Crolla dunque la resistenza del Firenze Ovest, crolla e si porta dietro l'espulsione di Baraoumi che nel recupero si fa ammonire per la seconda volta; crolla, e anche se la classifica rende tutto ancora possibile ora è necessario rimettersi in sesto quanto prima. Per trovare ispirazione potrebbe essere utile guardare il Forte dei Marmi, che nelle diciassette partite con Tedeschi ha conquistato ventinove punti: con una media simile in tutto il campionato, la qualificazione in coppa sarebbe stata accessibile; c'è di che esserne fieri, o invidiosi. Calciatoripiù: Simonini, Passalacqua (Forte dei Marmi).
In una stagione così complicata anche un punto può fare la differenza. Se lo augura la Lampo Meridien dopo lo 0-0 cui costringe il Maliseti, e il cui peso reale conoscerà soltanto tra un mese: solo una volta riallineata la classifica (domani è in programma il recupero con la Floriagafir, poi ci si ferma per consentire a tutte le altre di portare a ventotto il numero delle partite giocate) si saprà come interpretare quanto avvenuto fin qui, e che cosa attendersi per il futuro. Poco ormai s'attende il Maliseti, che per qualificarsi in coppa ha bisogno di conquistare troppi punti e scavalcare troppe squadre: è mesta come fine d'un ciclo (gran parte della rosa è al limite d'età per la categoria) che specialmente l'anno scorso a tratti è riuscito a entusiasmare. Pensieri più concreti ha la Lampo, che nonostante un inverno tragico è ancora in corsa per la salvezza (anzi, al momento è fuori dalla zona retrocessione): c'è bisogno di punti, possibilmente tanti e alla svelta. Bartolozzi dunque opta per un 4-3-3 equilibrato con Jacopo Ballerini e Lapo Ferrucci come terzini ai lati di Deja e Damiani, un centrocampo tecnico con Vitolo, Febbe e Nikaj, Quattrocchi centravanti di peso affiancato da Sarno e Pardini. Una cattiva lettura del calcio d'inizio rischia però d'esser fatale, o quantomeno di complicare i piani: la difesa della Lampo si fa sorprendere da un rimbalzo sul terreno appesantito dalla pioggia, e consente a Guizzaro di calciare col mancino cui s'oppone Lusha. La Lampo replica con un tiro di Febbe, che cattura una respinta verso il limite dell'area (esecuzione alta, di poco), e soprattutto con un colpo di testa di Deja pescato solissimo sottoporta dal calcio d'angolo di Vitolo: mancata la porta, l'occasione era nitida. Graziato dalla poca precisione degli avversari, il Maliseti torna ad attaccare con uno schema su calcio d'angolo (interessante il traversone di Guizzaro dopo lo scambio corto, nessuno però taglia al centro) e la stoccata di Palumbo cui s'oppone Lusha; è inutile la ribattuta vincente di Dardha, pescato da Primatici in fuorigioco. Il fischio dunque annulla la rete del possibile vantaggio del Maliseti, e ufficializza lo 0-0 alla pausa, cesura soltanto formale: al riavvio nessuna delle due squadre riesce a prevalere sul piano della manovra, né a portarsi in vantaggio. Una delle due però ci va molto più vicina: se il Maliseti deve accontentarsi d'un tiro a lato di Graziano, liberatosi bene in area ma impreciso nell'esecuzione, la Lampo s'accende con la volée di Sarno cui replica Naselli con una parata plastica. Più difficile è quella, doppia, con cui deve sventare il tiro di Vitolo dal limite dell'area e la ribattuta di Deja, liberissimo per il colpo di testa sottoporta: se al pallone avesse dato un po' d'angolo in più la Lampo Meridien avrebbe segnato, probabilmente avrebbe vinto, e dunque avrebbe raggiunto quota trenta. Invece resta a ventotto, ancora troppo appesa ai risultati delle altre: ci sarà da patire fino alla fine. Calciatoripiù: Guizzaro (Maliseti Seano) e Febbe (Lampo Meridien).
È il momento d'inseguire un sogno. Già essere in corsa per la coppa è un successo per la Floriagafir, la migliore delle neopromosse (stanno un po' più indietro Sporting Cecina e Forte dei Marmi; molto più indietro Bibbiena e Lampo Meridien): ora è giusto che un gruppo che s'è rivelato eccezionale sotto tutti gli aspetti (mai, mai saranno troppi i complimenti per Bertuccio) punti concretamente a un traguardo impensabile a inizio stagione. Si contenta di molto meno il San Giuliano, sconfitto 2-0 al Grazzini: la combinazione tra classifica e calendario gli assicura che, oltre al Piombino, almeno una tra Firenze Ovest e Bibbiena (è impossibile che entrambe vincano tutte le partite che restano: all'ultima giocano contro) gli finirà dietro. Per la salvezza matematica il San Giuliano ha bisogno d'un punto soltanto o d'un pari dell'Arezzo Academy, che solo vincendo sempre potrebbe portarlo allo spareggio: visto che non è l'unica condizione (servirebbe anche il sorpasso della Lampo e della migliore tra Bibbiena e Firenze Ovest), i rischi sono minimi; e dunque l'élite è di fatto assicurata anche per il 2025/2026. Dell'ultimo mese (un pari col Cecina a inizio marzo; poi tre sconfitte consecutive) però Nuti non può essere soddisfatto: si sa che per essere competitivi a questi livelli c'è bisogno di restare sempre attaccati alle partite; che può essere rischioso concedersi delle pause. Perdere è matematico se ci s'aggiunge un avvio sbagliato: è di tanto migliore l'approccio della Floriagafir, pericolosa tre volte nel primo quarto d'ora (Di Martino mura sulla linea prima Alighieri e poi Giannone; lo stesso fa Andreotti su Labiad). È un segnale che il San Giuliano non coglie, inevitabile che alla mezz'ora il punteggio si sblocchi: con grande personalità Nahi Guelasseh verticalizza verso l'area di rigore avversaria premiando il taglio d'Alighieri, che con un diagonale da destra battezza lo spazio giusto accanto al secondo palo. Dell'1-0 alla pausa la Floriagafir s'accontenta: lo scontro in cui s'acciacca Tommaso Meini, costretto a uscire, rende necessario un po' di tempo per riorganizzare i piani. L'intervallo è sufficiente: al riavvio la manovra torna gradevole ed efficacissima; è quasi inevitabile che sbocchi nella rete del raddoppio: la segna Serrini, che col mancino supera Ria (era uscito fuori area, ritrae le mani per evitare l'espulsione) capitalizzando il lancio profondo di Fontana. Ora è inevitabile che il San Giuliano reagisca, nel tentativo di riaprire la partita prima dell'ipotetico assalto finale: un paio di volte ci prova Tararà, cui Ceccuti s'oppone senza sudare. Alla rete va più vicina la Floriagafir, pericolosa in contropiede con Cristian Paoli, Pellecchia e Serrini: stavolta Ria si disimpegna bene, consolazione minima alla fine d'una partita chiusa con una sconfitta piena. Alla dirigenza mezzo sorriso scappa combinando la classifica col calendario; ma, anche se nel calcio niente si butta mai via, sarebbe stato meglio salvarsi (quasi, quasi; ma ci siamo) dopo una vittoria. Calciatoripiù: Nahi Guelasseh, Fontana (Floriagafir) e Tararà (San Giuliano).
La Sestese dominatrice del campionato recupera solo al 94' un incontro difficile, giocato a ritmi altissimi, ed evita così la seconda sconfitta di questo campionato: è vero, non meritava di perdere; ma il Bibbiena avrebbe meritato di vincere. Le due squadre, che condividono i colori rossoblù, hanno giocato a viso aperto, e alle belle giocate hanno allegato tanto agonismo, rimasto però sempre nei limiti della correttezza: le due espulsioni, di Gocaj alla fine del primo quarto e di [...] nel finale, sono responsabilità di una direzione di gara fuori contesto, a volte irritante, disomogenea e improvvisata. La Sestese parte forte, evidenziando certezze consolidate dal punto di vista tattico, tecnico e atletico; ma il Bibbiena è bravo a soffrire sotto traccia, in silenzio corre e rincorre. E aspetta. Il forcing della capolista non produce chiare occasioni da gol, anche se la botta di Gaffarelli dalla distanza (15') e la girata di Fiorentino (22') sono belli da vedere; fuori però dall'orbita di Santini, che non ha straordinari da compiere. L'attesa del Bibbiena finisce al 25', quando un'invenzione di Grifagni fa passare il pallone sopra la testa di Gokaj, che istintivamente lo tocca con la mano senza però fermarlo, liberando così Giorgioni di fronte a Giusti: Funicella ferma l'azione, fischia fallo e opta per l'espulsione; la decisione desta molte perplessità. L'inferiorità costringe Rossi a rimodellare la squadra; e la partita cambia, perché ora il Bibbiena si fa intraprendente. Non si registrano chiare occasioni da gol; ma adesso il pallone staziona con continuità nei pressi dell'area di rigore di Giusti, bravo in un paio di uscite a neutralizzare le imbucate di Grifagni per Moncini e di Giorgioni per lo stesso Grifagni. Finisce così la prima frazione. La ripresa inizia con un altro episodio contestato: il Bibbiena chiede l'espulsione di Bravi, solo ammonito, dopo un contatto con Goretti a gioco fermo. In inferiorità numerica comunque la Sestese c'è già: per mantenere il ritmo alto Rossi cambia le volto con un buon roster di sostituzioni; mentre al 65' Regina (la rosa del Bibbiena è fortemente ridotta dagli infortuni) si gioca la carta Bandelloni, la cui rapidità crea scompiglio nella difesa della Sestese: due le conclusioni, al 72 e al 76'. È il segno che la pressione del Bibbiena sta crescendo: al 77' Giorgioni tiene vivo un lancio di Checcucci e anticipa Giusti in uscita indirizzando il pallone verso il liberissimo Grifagni, ma capitan Vilcea salva i suoi con un grande intervento. La partita si sblocca tre minuti più tardi, quando Grifagni ruba il possesso alla difesa punita da un disimpegno leggero, attacca l'area, e serve al centro Giorgioni, contrastato; il pallone giunge a Bandelloni, che con il mancino disegna una parabola perfetta destinata a chiudersi alle spalle di Giusti. Delirio per il numerosissimo pubblico presente. La Sestese non ci sta, e si riversa in avanti più con rabbia che con lucidità; così rischia le ripartenze del Bibbiena, pericolosissimo all'87' quando Checcucci mette in movimento Grifagni, fermato per un fuorigioco che non c'è. È l'ennesimo black out; ma Funicella riesce a fare ancora peggio al 93', quando prima non fischia un fallo su Jallow in uscita dall'area e poi sanziona capitan Zavagli, che in scivolata anticipa l'arrivo di Athuman. E invece la Sestese può beneficiare d'una punizione dal limite: il mancino di Gori pennella il pallone all'incrocio dei pali, e al 94' evita la sconfitta ai suoi. L'applauso all'indirizzo di Funicella, largamente insufficiente, costa il rosso a Ugolini (altra decisione sbagliata: da tempo è codificata l'ammonizione). Finisce così una partita che il Bibbiena meritava di vincere ma che la Sestese non meritava di perdere. Calciatoripiù : capitan Zavagli, Grifagni , il ritrovato Bandelloni (bravo!), Goretti (Bibbiena), Vilcea, Gaffarelli, Mernacaj e Gori (Sestese) autore d'un gol fantastico.
C'è solo un sostantivo per descrivere l'impresa del Pontassieve, che a due terzi di stagione sembrava spacciato e a due giornate dalla fine si salva in carrozza. C'è un solo sostantivo, e pazienza se leggendolo c'è il rischio di cantare Il Volo per una settimana: è un capolavoro (vi sento: «Cadi dal cielo come un capolavoro, prima di te non c'era niente di buono») quello creato da Marchionni, dalla dirigenza che in lui ha avuto fiducia anche quando una scelta diversa sarebbe sembrata naturale, e dalla squadra che dopo un'andata faticosissima ha disputato un girone di ritorno da record. Oltre a valere la salvezza matematica l'1-0 sullo Sporting Cecina, che ora vede complicarsi la corsa alla coppa (pazienza: sempre di neopromossa si tratta; e quando una neopromossa si salva bene la stagione resta sempre positiva), vale infatti il settimo successo di fila: neppure la Sestese (furono sei tra l'ultima d'andata e la quinta di ritorno) c'era riuscita. Più che del record però il Pontassieve aveva bisogno di punti: era troppo importante sfruttare lo slancio, troppo pericoloso attendere le ultime due giornate (il calendario propone Affrico e Lastrigiana: non che sia stato generoso) per chiudere la pratica. Si spiega così l'avvio intraprendente, segnato subito da un'azione imbastita da un lancio profondo di Mattia Mengozzi e alimentata da Niccoli col filtrante per Luzzi, che sprinta sulla sinistra; sul suo servizio a rimorchio Fibbi opta per la soluzione a mezz'altezza in diagonale, neutralizzata da Raugi con l'aiuto della traversa. Il conto dei legni raddoppia prima del quarto d'ora alla fine di un'azione simile, e identica in uno dei quattro protagonisti: è di nuovo Luzzi, stavolta ispirato da Urbinati sulla giocata di Hamzai, a scattare verso l'ultima linea; da qui serve all'indietro un altro pallone splendido stavolta per Lapo Bartolozzi, che in diagonale sbocconcella il palo esterno. Alla seconda puntura lo Sporting Cecina reagisce: Di Tanto crossa al centro un angolo tesissimo, sul quale Sala stacca bene senza però inquadrare lo specchio. Già pericoloso come ispiratore, una manciata di minuti più tardi Di Tanto ci riprova in prima persona portandosi in pedana dopo una combinazione con Verucci: Balli neutralizza il tiro potente e angolato. Se ci s'aggiungono un paio di traversoni di Rendina non sfruttati né da Di Tanto né da Tei, si capisce che nella parte centrale del primo tempo lo Sporting Cecina viene fuori; le occasioni più pericolose però arrivano nella sua area di rigore: se a recuperare il pallone dopo aver respinto il tiro di Del Zotto dal limite dell'area (preziosa la sponda di Lapo Bartolozzi) Raugi avesse impiegato un istante in più, Luzzi sarebbe arrivato primo e avrebbe sbloccato la partita già prima dell'intervallo. Invece gli tocca attendere l'avvio della ripresa e un'azione simile per lo sviluppo iniziale: Del Zotto cerca di nuovo la porta, e Raugi respinge di nuovo; stavolta meglio, verso il limite dell'area di rigore, da dove però lo condanna una volée feroce. Nonostante i ritocchi di Tarquini (dentro Ciampi per Foti; poi entra anche Dakaj), allo svantaggio lo Sporting Cecina fatica a reagire; così rischia di subire anche il raddoppio, evitato da Raugi che con l'aiuto del palo s'oppone al pallonetto di Del Zotto. D'improvviso la partita s'accende, sugli sviluppi d'un calcio d'angolo lo Sporting Cecina riempie bene l'area del Pontassieve: il pallone buono per il pari capita a Dakaj, che in acrobazia manca l'impatto. Balli raccoglie e rilancia lungo per Del Zotto, che scatta dietro la difesa e stavolta in pallonetto supera Raugi: giocata meravigliosa e inutile, Fabbri rileva un fuorigioco e annulla. Delle sue decisioni non è l'unica che fa discutere: a breve distanza segue l'espulsione di Di Tanto che, cacciato dopo una mezza mischia nell'area di rigore del Pontassieve, lascia lo Sporting Cecina in inferiorità numerica. In aggiunta ai cambi chiamati da Marchionni (dentro Bernardini e Fedi per Luzzi e Fibbi; poi all'87' anche Albizzi per Lapo Bartolozzi, sommerso dagli applausi), l'uomo in più accompagna il Pontassieve verso il successo e la salvezza; per blindarla c'è bisogno di un'ultima grande parata, quella che Balli sfodera su Mecacci al tiro dal limite dell'area. È l'episodio che avvia la festa: nonostante una stagione horror per due terzi, con sette vittorie consecutive il Pontassieve si salva di slancio. Capolavoro, capolavoro, e pazienza se viene da pensare a Il Volo; se viene da pensare che «prima di te non c'era niente di buono». Calciatoripiù : poco impiegato nella prima parte della stagione, Hamzai ha dimostrato di poter governare il centrocampo del Pontassieve (certo, è più facile quando lo affianca una mezzala come Urbinati ) con classe e personalità. Dalle sue giocate nasce una manovra avvolgente ed efficacissima, che non viola costantemente l'area di rigore dello Sporting Cecina solo perché Sala , classe 2008, dimostra d'esser già pronto alla categoria.
Il bersaglio era lontano chilometri; l'Arezzo Academy lo manca, e ora per salvarsi ha a disposizione solo altri due colpi (Floriagafir in casa, Maliseti in trasferta) che non è detto che gli bastino: di squadre deve superarne due. Una, il Firenze Ovest, è vicinissima; all'altra, la Lampo (impossibile ormai guardare il Bibbiena, che resta a +5 e sabato giocherà col Piombino già retrocesso), i punti da recuperare sono tre. Si complicano dunque i piani salvezza, che dopo le due vittorie d'inizio mese sembravano più lineari; si complicano perché nella partita di recupero vince (4-0) il Fucecchio, che si prende la certezza di qualificarsi in coppa e che in tutta la partita concede una sola occasione limpida, l'incursione di Broccatelli che al 6' s'incunea in area di rigore e con un destro forte e teso cerca il primo palo ben protetto da Samuele Pagni, titolare al posto di Gabriele Gori. È uno dei pochi spunti offensivi dell'Arezzo Academy, che oltre al divario tecnico e fisico paga anche le migliaia d'assenze (centravanti gioca Vallerani, classe 2008; altri due i coetanei in panchina) e dunque una formazione che Magnanensi è costretto a inventare. È inevitabile che il Fucecchio venga fuori quasi subito, e che dal 10' in avanti cominci a palleggiare con una qualità che è preludio del vantaggio: l'antipasto lo serve Brotini, che di testa al quarto d'ora incrocia sulla faccia interna del secondo palo un traversone da sinistra. Il pallone glielo aveva servito Tiozzo, che tre minuti più tardi dalla stessa zolla crea l'azione del vantaggio: stavolta il suo pallonetto dietro la difesa ne innesca un altro, vincente, protagonista Piccirilli col destro al volo sull'uscita di Regini (18'). La partita gira definitivamente nei tre minuti che seguono: in uscita Samuele Pagni anticipa Vallerani, favorito dallo stop sbagliato di Squarcini sulla trequarti difensiva; e sul rilancio il Fucecchio raddoppia: segna di nuovo Piccirilli, che tocca il pallone con la suola del mancino per portarselo sul destro e lo deposita in porta dopo il dribbling su Regini. Il dialogo vincente lo aveva introdotto Brotini, che al 24' si vede restituito il favore con una sponda che ripulisce il lungo lancio di Tiozzo da destra: diagonale e 3-0. L'Arezzo Academy rischia il naufragio, insidiato di nuovo da Tiozzo prima in versione rifinitore (nessuno taglia sul suo rasoterra che chiedeva soltanto d'essere spinto in porta) e poi direttamente in pedana (il tiro però gli esce centrale, e piuttosto debole) dopo un pressing alto efficacissimo (52'). Il pallone lo aveva recuperato Melani, che cinque minuti più tardi replica e stavolta invita Mazzoni a calciare da venti metri: colpito con l'interno destro, il pallone esce d'una spanna accanto all'incrocio. La porta la trova Compagnucci, che nel recupero segna il 4-0 approfittando del traversone di Matteo Paradiso dalla corsia sinistra e dell'uscita sbagliata di Regini: il taglio in zona secondo palo gli vale la prima rete stagionale. È un motivo in più per festeggiare: il Fucecchio ora punta podio e coppa. Calciatoripiù : nel primo tempo la difesa dell'Arezzo Academy finisce a soqquadro sulle iniziative di Tiozzo ; per Piccirilli (Fucecchio) è facile colpire due volte.
Alle due certezze definitive la Lastrigiana ne associa una terza che ha tutta l'intenzione di consolidare: battendo 4-1 il Fratres Perignano è sicura d'essersi qualificata in coppa, e di chiudere tra le prime quattro. Ora punta ad arrivare seconda, e a migliorare lo score che l'anno scorso le consentì di vincere il campionato, e poi d'avviarsi verso lo scudetto: per il primo obiettivo può aver bisogno di battere sia il San Giuliano sia il Pontassieve, peraltro ormai salvi; per il secondo le sono sufficienti due punti, segno ulteriore della stagione stratosferica della Sestese che da un certo punto in poi ha staccato tutte le rivali. In questa corsa il Perignano, che dodici mesi fa la Lastrigiana beffò all'ultimo tornante, non è mai entrato; e ora, scavalcato dalla Floriagafir, si ritrova addirittura sesto. La sua partita si mette male già nei primi dieci minuti: non sono ancora passati per intero nel momento in cui Baldini calamita col petto un pallone rinviato dalla difesa verso il centrodestra offensivo, e da una ventina di metri scarica in porta la volée vincente. Messi da parte un colpo di testa di De Pascalis salito a saltare su un calcio d'angolo (pallone fuori di poco) e qualche timido lamento del Fratres Perignano per un contatto su Pucci punito da Farina per simulazione, al quarto d'ora la Lastrigiana raddoppia: lo splendore della rovesciata cancella qualsiasi eventuale polemica per il modo in cui Fontani prende posizione su Pirrone nell'area avversaria. In avvio di ripresa non manca tanto alla doppietta (arriverà nel finale, e porterà a quattordici le reti in campionato: stagione straordinaria): sfila di poco accanto al palo la punizione dal fronte destro dell'attacco; lo specchio lo sfiora anche Pezzano, che l'aveva cercato dall'altro fronte. Il Perignano replica con un paio d'incursioni di Venturin e Ferrari, ma cade di nuovo sugli sviluppi d'una punizione dalla trequarti: il pallone plana nella zona di Baldini, cui la difesa lascia il tempo per girarsi e trovare la porta. Sui calci da fermo il Perignano continua a patire, e non solo su quelli a sfavore: da un angolo gestito male subisce il contropiede del 4-0, segnato in pallonetto da Fontani (eccola la doppietta) sul lancio verticale di De Pascalis. Solo nel recupero la Lastrigiana cade: segna Santi, che accompagna in rete il pallone non trattenuto da Glielmi sulla punizione di Carrai; cade, ma non si fa male: è di sicuro in coppa, per ora seconda, decisa a confermarsi e a chiudere con più punti d'una stagione indimenticabile. Calciatoripiù: Baldini, Fontani, De Pascalis (Lastrigiana), Pucci, Rofi, Ferretti (Fratres Perignano).