Al Nuovo Marconcini ha una media da big: in quattro partite ha conquistato otto punti. Gli ultimi tre arrivano con una replica dei precedenti: vittoria di misura senza subire reti. L'Oltrera continua dunque a godersi un buon momento, che la preventivabile sconfitta d'Altopascio non ha rovinato: l'1-0 firmato Filippo Martini le consente di sganciarsi sia dal Capezzano, avversario di giornata, sia dalla Sestese e di superare la Lastrigiana sconfitta quindici giorni fa. Per vincere ha avuto bisogno d'estendere al massimo la durata del primo tempo: la rete decisiva, peraltro splendida (Filippo Martini corregge di tacco il traversone rasoterra di Trapani, che lo aveva cercato sul primo palo), arriva a venti secondi dalla sirena. Fin lì alle sue discese laterali (ben eseguiti ma senza esito i traversoni di Di Lauro da sinistra e di Nieddu e Trapani da destra) il Capezzano aveva replicato con due occasioni nitide: solo la reattività di Tommaso Faggioli, decisivo sia su Ouadjaout sia su Benedetti cui s'oppone due volte di fila, gli impedisce di capitalizzare la supremazia territoriale che aveva fatto registrare per tutto il secondo quarto. L'1-0 segnato mentre l'aroma della teina si sta già diffondendo negli spogliatoi cambia la configurazione della partita: forte del vantaggio, nell'intervallo Ansaldi ritocca l'assetto per consentire all'Oltrera di coprirsi meglio senza abbassarsi. La mossa funziona: resta sterile il possesso del Capezzano, che alla manovra insistita nella metà campo avversaria non riesce a coniugare occasioni; ne crea invece una, enorme, l'Oltrera, ma Filippo Martini ribadisce che gli piacciono le reti difficili, e solo davanti a Pensabene calcia di due metri sopra la traversa. Non avrà modo di rammaricarsene: quella col Capezzano resterà in eterno la partita che l'Oltrera vinse grazie a un suo colpo di tacco. Calciatoripiù : con una giocata strabiliante Filippo Martini decide una partita che Tommaso Faggioli (Capezzano) aveva tenuto aperta con due parate efficacissime; in una delle due circostanze s'oppone a Ouadjaout , il migliore dei suoi insieme a Dettori (Capezzano) preciso in copertura e attivissimo quando si propone sulla corsia di riferimento.
Non sempre la tecnica da sola basta. Fosse così, a inizio stagione si stilerebbe il ranking; e poi, le squadre in campo, si passerebbero i fine settimana al mare o a letto. Ma in questo giochino magnifico e maledetto non sempre la tecnica da sola basta: a volte, anche quando lo scarto con gli avversari è legittimamente sensibile, c'è bisogno d'associarci lo spirito. Se non l'avesse fatto, difficilmente la Cattolica Virtus avrebbe battuto il Csl Prato Social Club; e, in attesa che lo Scandicci recuperi la partita di Cecina, difficilmente sarebbe rimasta nel trio di testa. Il 3-0 finale infatti cela bene le fatiche necessarie per passare in vantaggio: le aveva amplificate la lunga inferiorità numerica, fuori Frangini dopo la scivolata fallosa su Alessio Gori lanciato a rete. È il 20', e dopo aver accartocciato in avvio due occasioni per il vantaggio (imprecisi Selvi e Sciulli) la Cattolica Virtus si trova costretta a ripensarsi: quantomeno le va bene che cercando la porta sulla punizione che inaugura i settanta minuti in dieci contro undici Alessio Gori trovi la barriera, e il corpo di Cercel a frapporsi tra la ribattuta e lo specchio. È l'occasione migliore per il Csl Prato Social Club, che nonostante la superiorità numerica farà fatica a stuzzicare Pinzani; ma per capire come nascondere l'uomo in meno la Cattolica Virtus ha bisogno di due ingredienti: il primo è il tempo, e basta aspettare pregando che non cominci a piovere; il secondo si riassume nelle intuizioni di Vallini, che per aumentare la profondità si gioca Pinheiro Ferraz, partito in panchina e protagonista delle azioni di tutte e tre le reti. È sbalorditiva la giocata con cui alimenta la prima scavalcando la difesa per l'affondo di Selvi, che aveva avviato tutto quanto intercettando il pallone in mediana e affidandolo al mancino di Bindi per la verticalizzazione immediata: quando gli ritorna, vinto il duello fisico con Massimo Faggioli deve soltanto decidere con quale piede (il mancino, anche lui) e come calciare sull'uscita di Ciolfi, battuto con un secco diagonale rasoterra. È il quarto d'ora della ripresa, e la terrazza s'esalta; e s'esalta di nuovo a una decina di minuti dalla fine quando ben controllati gli sterili tentativi avversari la Cattolica Virtus sigilla il successo: stavolta segna Agnorelli, cui la lotta tra Pinheiro Ferraz e la difesa avversaria (dribbling su Faggioli ai venti metri, poi contrasto con Ballerini) recapita il pallone nei pressi dell'arco che invita a entrare in area; raccolto il suggerimento, anche lui col mancino riesce a calciare sul secondo palo nonostante il poco angolo (s'era decentrato sulla sinistra) e soprattutto l'equilibrio precario e la conseguente caduta. Sul 2-0 la partita è finita; non s'accontenta però Pinheiro Ferraz, che a due minuti dallo scadere sfonda di nuovo a sinistra servendo al centro un pallone interessante: pur sporcandone la traiettoria, Amantea non riesce a impedire che schizzi nella zona di Randelli, che se lo sposta dal destro al mancino (anche lui, di nuovo) per scaraventarlo in porta senza badare troppo ad angolarlo. È la chiosa sulla mastodontica prova di forza della Cattolica Virtus, che più che rammaricarsi per i punti persi contro Affrico e Lastrigiana (ma alla Guardiana cadranno in tante) ora studia come contenere al minimo l'eventuale scarto dallo Scandicci capolista. Per ora le basta rimanergli incollata: quando poi recupererà si starà a vedere. Calciatoripiù : provocando l'espulsione di Frangini alla fine del primo quarto e creando l'occasione migliore Alessio Gori (Csl Prato Social Club) aveva provato a sterzare la partita in una direzione diversa; ma non gli riesce, perché l'intuizione di Vallini che dopo averlo fatto partire in panchina si gioca Pinheiro Ferraz spacca la partita a metà.
S'è persa, o s'è spenta, quando sembrava pronta a candidarsi a traguardi inimmaginabili. Ci sta, d'altra parte è una neopromossa. Ma per la qualità su cui può contare l'Aquila Montevarchi resta una delle grandissime del campionato; pertanto non si può sussurrare raccontando l'impresa del Forte dei Marmi, che dopo aver già sgambettato il Tau all'esordio (finì 1-1) si toglie la soddisfazione di vincere di nuovo. Decide Filippo Bianchi (quarta rete stagionale) poco oltre la mezz'ora; e decide perché la difesa del Forte dei Marmi si conferma una delle migliori del campionato: la statistica dice la seconda alla pari con la Cattolica Virtus, subita una sola rete in più dello Scandicci che però ha giocato una partita in meno. È il fulcro su cui Mosti ha costruito l'ottimo avvio stagionale; e il muro su cui sbatte l'Aquila Montevarchi (ora ha gli stessi punti: ha segnato quasi il doppio, quindici reti contro otto; ma ne ha subite quasi il doppio, nove reti contro cinque), in tutto il primo tempo costretta ad accontentarsi dei tiri di Galastri, a lato, e di Galeota, cui s'oppone Vignali alzando sopra la traversa un pallone un po' strozzato ma comunque insidioso. Al contrario, nel primo tempo il Forte dei Marmi fa registrare una percentuale realizzativa invidiabile: Filippo Bianchi converte in rete la prima vera occasione, creata con un giro palla insistito e rifinita dal traversone rasoterra di Chicca che era riuscito a raggiungere il fondo interpretando al meglio i compiti del terzino (35'). La reazione del Montevarchi è più rabbiosa che ragionata: perché la pressione, feroce da subito, sfoci in qualche occasione bisogna attendere l'avvio della ripresa, segnata dal colpo di testa di Carotti (bravo di nuovo Vignali) e dal tiro di Marchini che da fuori insidia il palo destro. Più vicino alla rete va il Forte dei Marmi: solo la traversa, su cui sbatte la volée di Bianchi portato in pedana dalla punizione laterale di Di Sacco, gli nega il raddoppio. È un dispiacere momentaneo: nonostante la pressione a tratti impetuosa l'Aquila Montevarchi non crea pericoli autentici; difficile farlo quando a una difesa rocciosissima s'aggiunge un portiere come Vignali, imperioso nelle uscite alte con cui evita che i tanti palloni fatti spiovere dentro si trasformino in occasioni potenziali. Con merito dunque vince il Forte dei Marmi; e l'appellativo di mina vagante per le grandi inizia a calzargli perfetto. Lo Scandicci è avvertito. Calciatoripiù : dietro, tra Vignali, Franchini e Sola , il Forte dei Marmi è pressoché inscalfibile; se ci s'aggiungono la qualità di Cerù in mediana e la concretezza di Filippo Bianchi sottoporta (per lui parlano i numeri: due anni fa a Zambra segnò diciotto reti; l'anno scorso venticinque tra Fucecchio e Fornacette) la vittoria viene quasi automatica.
Strano, strano e imprevedibile. Il calcio appassiona così tanto perché conserva intatto un nucleo arcano: era difficilmente pronosticabile che dopo la rumorosa vittoria sul campo dell'Affrico l'Atletico Lucca tornasse a perdere all'Henderson, dove finora non ha raccolto neppure un punto, contro una squadra alla ricerca del primo successo. Eppure va così: dopo sei tentativi a vuoto lo Sporting Cecina riesce a vincere; e per la prima volta in stagione mantiene inviolata la propria porta. Magrì s'augura che lo 0-2 avvii una nuova stagione: avrebbe potuto iniziare con mezz'ora d'anticipo se in avvio anziché a lato Eliass Dardar avesse calciato nello specchio da una posizione interessantissima. Il conto delle occasioni mancate però torna quasi subito in pari: a Dhana non riesce il replay del Lapenta, palo a portiere battuto al culmine d'una ripartenza. Dopo il primo doppio scambio la partita si placa, salvo tornare ad accendersi intorno alla mezz'ora; e al secondo tentativo lo Sporting Cecina sblocca il punteggio: segna Monaco, anticipando la difesa sul pallone messo dentro da Battini che lo aveva recuperato sulla trequarti. Lo 0-1 spezza la partita e il risultato, che a metà ripresa assume la configurazione definitiva: raddoppia Yasser Dardar correggendo con l'interno un traversone perfetto disegnato da Zazzeri. È lui, terzino sinistro, il protagonista delle occasioni che potrebbero valere il tris; ma per due volte Carassiti gli impedisce di chiudere con la rete un paio di progressioni condite da un milione di dribbling sulla trequarti. Se al conto complessivo s'aggiunge il fischio di Biagianti ad annullare il secondo centro personale di Yasser Dardar, motivazione ignota, è evidente che lo Sporting Cecina ha meritato ogni grammo d'un successo atteso così a lungo; né scalfisce l'equità del punteggio l'occasione sciupata da Dhana, che nel finale manca lo specchio negando all'Atletico Lucca un recupero all'assalto. Si vede che il dio del calcio o chi per lui ha deciso che lo Sporting Cecina ha già patito molto: la composizione della panchina cortissima e giovanissima (appena cinque i calciatori a sedere, tre dei quali classe 2009) è un indicatore sufficiente. Calciatoripiù : sicuro Bendinelli (Sporting Cecina) sui palloni alti recapitati nella sua area; sicurissimo Carassiti (Atletico Lucca) che, incolpevole in occasione delle due reti, ne nega a Zazzeri un altro paio.
Cinque su cinque è molto più che una buona media: è una media perfetta. Le mosse di Gandini stanno funzionando, l'inizio balbettante (un solo punto e sei reti subite nelle prime due partite) è solo un ricordo di un passato remoto: il Tau batte 1-2 la Floria e, in attesa che lo Scandicci recuperi la trasferta di Cecina, rimane nel trio di testa. Cresce già l'attesa per lo scontro diretto di metà novembre: dopo la partita col Seravezza lo attende lo scontro diretto con la Cattolica Virtus. Il Tau vuole arrivarci nel modo migliore, e da subito spinge all'attacco: troverebbe la rete già al 7' sugli sviluppi della punizione che da metà campo Colzi fa spiovere in area; si inserisce Mei che batte a rete, ma è netta la posizione di fuorigioco. Giusta la decisione di Sara Schinco che annulla. Messo da parte l'episodio, nei primi minuti entrambe cercano di conquistare il centrocampo. Al 20' la Floria guadagna una punizione poco fuori area: batte Migliorini che però non trova lo specchio. Cento secondi più tardi ci riprova Misuraca, sempre su punizione: stavolta la mira è più precisa, ma Piagentini para. Sui palloni inattivi il Tau è più cinico. Da fuori area Del Gronchio disegna una parabola su cui tutti saltano a vuoto: Orsucci è sorpreso, e il pallone finisce in porta. È un gol strano, ma intorno alla mezz'ora il Tau passa in vantaggio. Per rimontare lo svantaggio la Floria comincia a spingere forte, e cerca di nuovo la rete con un calcio di punizione: lo batte di nuovo Misuraca, fuori di poco. Il primo tempo si chiude al 45' col cross di Vella, il velo di Migliorini e l'incursione di Fiorini: Piagentini para. Si va dunque all'intervallo sullo 0-1, scarto che il Tau raddoppia subito in avvio di ripresa: la Floria perde un pallonaccio a centrocampo, e consente a Mei di filare via in velocità; perfetto, il suo passaggio porta Borracchini solo davanti a Orsucci e gli consente di segnare lo 0-2. È rabbiosa e immediata la reazione della Floria: al 50' Migliorini calcia forte, ma fuori. Poi improvviso ecco l'1-2, peraltro il più bel gol della giornata: Bombassei galoppa sulla destra e crossa al centro per Fiorini, che al volo scarica il pallone in porta lasciando Piagentini immobile (60'). Il Tau impiega un quarto d'ora per ritrovare le misure e rendersi di nuovo pericoloso: calcia bene Tancredi Signorini, Orsucci para. Il vantaggio però scricchiola al 79', quando la difesa si perde Migliorini che s'invola sulla sinistra e converge per entrare in area; ma poi, tutto solo, indugia troppo e così cestina un'occasione ghiotta per un pareggio forse meritato. È l'ultima emozione di una partita che il fischio finale di Sara Schinco (ottimo arbitraggio) manda in archivio con la vittoria del Tau, ben organizzato e cinico nello sfruttare le poche occasioni concesse: la Floria esce sconfitta anche se ha combattuto fino all'ultimo minuto. Calciatoripiù: Lenzi, Bombassei, Fiorini, Gashi (Floria), Del Gronchio, Borracchini (Tau Altopascio).
Fatica un po' nei primi venti minuti, poi trova il primo gol e di colpo la mattinata diventa più facile. Fatica perché il Venturina si conferma squadra ben messa in campo da Fabio Bucciantini, perché per metà tempo il suo palleggio fa perdere i punti di riferimento e costringe spesso all'errore. Ma lo Scandicci di questa mattinata è un po' un motore diesel: parte lento ma quando parte diventa complicato fermare; e una volta messo in moto segna quattro gol, che gli consentono di vincere la quinta partita su sei. Ma, come detto, il Venturina parte sicuro, palleggia benissimo e si muove bene in campo costringendo a lungo gli avversari all'errore forzato. Manca forse la finalizzazione del gran lavoro svolto; e lo pagherà caro. Per uscire dal torpore e sfiorare il vantaggio lo Scandicci ha bisogno di oltrepassare le prime fasi di studio: tra le linee Barattucci (ancora una prova sontuosa) premia il movimento di Santini in profondità; ma il suo destro a botta sicura si stampa sul palo interno alla destra di Tanganelli, attraversa tutta la riga e viene allontanato dalla difesa. Il Venturina capisce che deve provare a capitalizzare la mole di gioco prodotta; al 22' ci prova Ontani con una fuga in solitaria in contropiede verso Hancu; al momento di calciare però si materializza Municchi che salva i suoi con un grandissimo intervento in anticipo. Lo Scandicci capisce che deve alzare i ritmi: un minuto dopo ancora Barattucci mette Bucciardini davanti al portiere, ma il destro del centrocampista è debole e Tanganelli para. L'azione seguente cambia le sorti dell'incontro. Di forza Martinelli sfonda a destra e serve a centro area Pepe, che anche stavolta parte venti metri più avanti: dribbling fra terzino e centrale di sinistra e destro morbido alla destra di Tanganelli. 1-0 blues. La reazione del Venturina c'è, immediata. Bicocchi Pichi calcia forte da dentro l'area, Andreucci devia opponendosi con la schiena; poi Hancu controlla senza difficoltà il destro debole di Bicocchi da fuori. La miglior occasione per il pari si registra al 31': Hancu non s'intende con i propri difensori e controlla con le mani un retropassaggio volontario; ma la conseguente punizione indiretta in area si spegne a lato alla destra del palo. Scampato il pericolo lo Scandicci raddoppia, e lo fa con una rete di fattura pregevole: Ducci calcia bene in area una punizione da destra, Santini anticipa tutti e in mezza girata con il destro al volo schianta il pallone dentro il sacco. Raddoppio blues e gran gol del numero 23. Gli ospiti perdono fiducia e prima della fine del tempo lo Scandicci potrebbe triplicare in tre occasioni: Pepe calcia di un soffio a lato dopo uno scambio con Santini, poi serve Barattucci (Tanganelli stavolta si oppone) che ci prova ancora a fil di sirena, ma il suo destro si spegne sull'esterno della rete. Apertasi con i primi cambi, la ripresa vede lo Scandicci mettere subito la gara in cassaforte: Municchi spinge forte a sinistra e giunto al limite dell'area rientra sul destro lasciando partire una forte conclusione a giro che si spegne nell'angolo alto opposto, dove Tanganelli proprio non può arrivare. Era un cross? Era un tiro? Lo sa solo lui, ma l'effetto è strepitoso e assicura ai suoi il 3-0. Il gol all'alba della ripresa spezza il morale degli ospiti che a questo punto faticano a imbastire una reazione fino al 57', quando una bella incursione di Bicocchi Pichi sul fronte destro dell'area non viene letta da nessuno dei compagni. Ci prova allora lo Scandicci con il neoentrato Martini, ma il suo destro si spegne a lato. A metà ripresa Pepe (nel frattempo ritornato nel terzetto dei centrocampisti dopo l'ingresso di Martini) corona la propria prova siglando la doppietta personale. Stavolta è Barattucci a servirgli il pallone; dopo il primo controllo tra due avversari, si ritrova davanti al portiere leggermente defilato sulla destra: destro a incrociare e rete. Il Venturina però seppur stordito c'è ancora, e al 69' trova un gran gol con Zenobi, entrato da poco: l'incursione in area sulla destra si chiude con un destro forte sul primo palo, e Hancu stavolta non può opporsi. Sul 4-1 ormai i ritmi sono bassi, complici anche i numerosi cambi. Il Venturina ci prova un paio di volte con D'Avino e Camerini, ma allo scadere è dello Scandicci l'occasione più ghiotta: Martini ci prova di sinistro ma Tanganelli non ci sta e devia in angolo. Finisce così dopo quattro minuti di recupero concessi dall'ottimo Marini: direzione senza sbavature la sua, unico dubbio un tocco sospetto di Andreucci in area; la panchina ospite si arrabbia parecchio, ma l'arbitro era davvero vicino all'azione e ha lasciato proseguire. La mano era attaccata al corpo, la decisione sembra corretta. Lo Scandicci prosegue così la propria corsa, segna quattro reti e fornisce buone indicazioni Lorenzo Bernocchi. Dopo i primi venti minuti nei quali il Venturina ha imbrigliato bene la manovra, la scintilla data dal primo gol ha incanalato il match sui binari desiderati. Alcuni infortunati sono prossimi al rientro, e ciò darà al tecnico piacevoli grattacapi. Il Venturina è andato bene nella prima metà del primo tempo, ma paga forse una scarsa incisività sotto porta. Bucciantini comunque torna a casa con una serie di buone indicazioni. Calciatoripiù : con la sua doppietta Pepe apre e chiude il match; sia in attacco sia a centrocampo fa tante cose giuste. Municchi , gol da copertina a parte, fa su e giù la fascia cento volte e risolve una situazione pericolosa nella propria area. Villoresi chiude la doppia mandata la difesa, e a metà ripresa trova una sortita offensiva scartando tra avversari di fila. Santini (Scandicci) segna un gran gol; piano piano sta tornando il calciatore che era prima dello stop forzato dell'anno scorso. Ontani e Bicocchi Pichi (Venturina) sono gli ultimi ad arrendersi, dialogano bene tra di loro e danno sempre l'idea di poter essere pericolosi appena il pallone è nei loro paraggi. Menzione finale per tutti coloro che sono scesi in campo: gara correttissima, nessun isterismo o protesta plateale verso l'arbitro. Spesso ci si dimentica come può essere piacevole la normalità. Bravo Marini a tenere sempre la gara nel giusto binario.
In casa è micidiale: vittoria contro Montevarchi (e Csl Prato Social, mai sottovalutare), pari inflitto alla Cattolica Virtus. Fuori fa una fatica tremenda: in quattro trasferte ha conquistato un punto appena, all'esordio a Capezzano. Poi ha sempre perso; sempre di misura, ma sempre perso. Contro il Seravezza ricostituito dalla cura Trifoni (la rete decisiva arriva dalla panchina: la segna Fanti a un quarto d'ora dalla fine) la Lastrigiana perde come perse con l'Oltrera: stesso punteggio, 1-0; e identica dinamica, non tante occasioni ma tutte sfruttate malissimo. Le costruisce entrambe nella ripresa, seguito d'un primo tempo contrassegnato da un solo brivido: il Seravezza infatti sarebbe potuto passare in vantaggio molto prima, ma Niccolò Pepe si conferma portiere di gran livello e d'istinto s'oppone alla rovesciata di Checchi da centro area. Sull'altro fonte invece non c'è bisogno che intervenga Pianti né su Sollazzi né su Grazzini, che calciano alto da distanza ravvicinata. Nel mezzo il punteggio aveva cambiato configurazione: entrato a inizio ripresa, ed entrato benissimo (come lui Luciani), Fanti era avanzato fino alla trequarti e creatosi lo spazio in dribbling aveva fatto sfilare il pallone accanto al palo, giusta la parte. Neppure l'inferiorità numerica nei minuti finali (espulso Checchi per doppia ammonizione: salterà la quasi proibitiva trasferta d'Altopascio contro il Tau, che nelle ultime cinque giornate ha sempre vinto) mette a rischio il successo del Seravezza: è il primo stagionale, e vale l'addio all'ultimo posto e un bel balzo in una classifica ancora compattissima, e che a sensazione lo resterà a lungo. Calciatoripiù: Rolla e Manfredi limitano al minimo i pericoli creati dalla Lastrigiana; l'ingresso di Luciani e soprattutto di Fanti (Seravezza) rompe l'equilibrio.
Eroico, titanico: chiamatelo come volete. L'etichetta è solo un promemoria: serve a ricordare che, senza bisogno di scomodare gente importante, il pessimismo ha senso solo se scatena una reazione; solo se al mondo brutto si contrappone la voglia di migliorarlo. È difficile pensare che Sozzi abbia piazzato nello spogliatoio qualche classico di filosofia o letteratura (i manuali no, pietà); ma il modo in cui l'Affrico chiude una settimana complicata suggerisce che almeno sul piano pratico la lezione è stata digerita. Oltre a muovere emozioni, passioni, interessi e incazzature, conseguenza inevitabile del trittico, il calcio ha infatti un enorme potere pratico: insegna facilmente cose difficili. Possono volerci giorni a spiegare da dove nascono riscatto e risentimento; una decina di minuti scarsi per capire come la sconfitta per 1-4 con l'Atletico Lucca abbia prodotto una vittoria dello stesso importo, ma contro un avversario dal nome altisonante. Davanti all'Affrico c'era infatti la Sestese che, pur consapevole d'aver solo ridotto ma non annullato il gap dell'anno scorso, cercava un successo prestigioso con cui migliorare una classifica spenta; soprattutto per ricordarsene il sapore, considerato che non lo assaggia dalla gara d'esordio (fu 6-1 con l'Atletico Lucca, presenza ricorrente). Ma contro un avversario che aveva bisogno di vincere, e vincere bene, per cancellare giorni tetri e soprattutto lanciarsi alla rincorsa delle tre di testa non ha avuto chance: quando è in giornata l'Affrico è impressionante. Lo rendono tale anche le scelte di Sozzi, che coraggiosamente punta sull'attacco leggero Lika-Ala lasciando in panchina Piccioli, e schiera Vaggioli e Giugliano come esterni di qualità del 4-4-2: lo sviluppo delle prime tre reti conferma la bontà dell'intuizione. Prima d'arrivarci però l'Affrico deve togliersi di dosso ancora qualche scoria: si spiega solo con la paura la stasi della difesa sul primo angolo della Sestese, solo con la paura il destro al volo concesso sottoporta a Pomponio sul traversone di Biscardi a rientrare da sinistra (4'). Ma ci s'accorge subito che è soltanto il poscritto della partita di sette giorni prima. Dopo averlo cercato sull'affondo centrale di Vaggioli che scarta Mateiu e Giannone (strozzato il mancino dal limite, a lato), al secondo tentativo l'Affrico trova il vantaggio con due giocate gonfie di qualità: alla discesa centrale di Giugliano, che scarta Cesarano uscito in protezione ai venti metri, s'accompagna il taglio di Ala, servito sulla corsa dietro la difesa; l'imbucata non può chiudersi che col pallone in porta, dove lo spedisce un mancino splendido e cattivissimo a mezz'altezza. La terza rete stagionale ne esalta la leadership: è da lui, centravanti insolito a metà con Lika, che passa gran parte delle azioni dell'Affrico; da lui e dal triangolo che dalla bandierina chiama a Silvestri che nasce la prima occasione per il raddoppio, sfiorato da Vaggioli col mancino dal limite (tiro alto, 16'). Potrebbe essere l'episodio su cui gira la partita, perché nell'azione successiva la Sestese costruisce l'opportunità migliore per pareggiare; e invece va all'opposto, perché dopo lo sprint a destra (inutile la carica di Borgheresi) Gusciglio si fa ingolosire da uno spiraglio sottilissimo, e anziché premiare il taglio di Pomponio cerca direttamente la rete, accarezzata dalla parte sbagliata; e perché sulla ripartenza l'Affrico raddoppia con una giocata essenziale ed efficacissima. Certo, se la mediana della Sestese sapesse che nelle gambe Vaggioli ha installati compasso, goniometro e gps forse non gli lascerebbe tutto quello spazio; ma è comunque incantevole il lancio di trenta metri con cui avvia la fuga di Giugliano, che dal fronte sinistro dell'area di rigore rientra sul destro e imbulletta il pallone sul secondo palo (18'). Il doppio vantaggio è sufficiente a indirizzare la partita; anche perché cento secondi più tardi il tuffo di Cosi lo sigilla proteggendo l'angolo basso sul destro di prima di Bonezzi, che da una quindicina di metri intendeva riaprirla. Non ce n'è il pericolo: accelerando e rallentando a proprio piacimento, non appena torna ad affacciarsi nell'area avversaria l'Affrico allunga ancora. Negli interpreti e nel talento che esprime l'azione dello 0-3 è una replica esatta dello 0-2: lancio di Vaggioli, rete di Giugliano. Cambia però la dinamica: sviluppo a destra anziché a sinistra, sprint tra Mateiu e Giannone, pallonetto col destro su Xillo uscito al limite dell'area di rigore. Per tornare in corsa alla Sestese non bastano né il destro di Biscardi, che calcia al volo in palleggio dal limite dell'area (pallone di poco a lato) né i quattro cambi (fuori Bartolomei, Andrea Ferro, Gusciglio e Bonezzi per Napolitano, Pellegrini, Ruggiero e Scarlini) decisi da Marco Ferro all'intervallo, segno chiaro che del primo tempo della Sestese c'è poco da salvare; non bastano perché al 50' l'Affrico segna di nuovo, stavolta grazie a Lika che col mancino sottoporta gira in rete il traversone rasoterra di Ala sceso fino in fondo alla corsia sinistra. È lo 0-4 che consente a Sozzi di cominciare a pensare alla partita col Venturina: insieme escono Bahry, Vaggioli e Turturro (ammonito, mossa intelligente), che fanno spazio ad Agosti, Piccioli e Sturiale. Nel giro di sei minuti i primi due, uno a verticalizzare e l'altro a interpretare laicamente il ruolo di centravanti con un affondo a destra, costruiscono subito un'altra occasione da rete: non la finalizza Ala, che da tre metri manca la doppietta per l'opposizione di Xillo prima (parata con la gamba destra, buona la reattività) e di Bonci poi. Per quanto minima, per la Sestese è una scossa che produce l'1-4: lo aveva già cercato Ruggiero sul triangolo con Pomponio (tiro strozzatissimo a lato), lo trova Prota (aveva rilevato Biscardi) massimizzando gli effetti d'uno spiovente in area. Per riuscirci ha bisogno di due tentativi, stranamente sorpresa la difesa dell'Affrico: al primo Cosi s'era opposto col corpo (67'). Quattro minuti più tardi, nel mezzo il palo di Ben Moussa che aveva rilevato Lika (sul rimbalzo Ala gioca di sponda per Piccioli, il cui destro colpisce i sostegni), il duello finisce diversamente: la parata in tuffo a negargli la doppietta sul mancino incrociato che il triangolo tra Giannone e Ruggiero aveva reso possibile è la risposta migliore a una settimana complicata. Ai portieri capita, l'importante è il modo in cui si reagisce: prova superata, superatissima. Calciatoripiù : dopo un primo tempo impalpabile la Sestese cresce nella ripresa, merito delle scelte di Marco Ferro che nell'intervallo non si fa problemi a chiamare quattro sostituzioni. Quella più efficace è però la quinta: come con Scandicci e Sporting Cecina, a trovare la rete è di nuovo Prota . Potrebbero essere due se non gli s'opponesse Cosi , reattivo nelle circostanze in cui viene sollecitato: s'era già ben disimpegnato nel primo tempo sul destro di Bonezzi. Si stava giù sullo 0-2, punteggio costruito dalle giocate di Ala, Giugliano (prenderlo dal Calenzano è stato un gran colpo: per lui Sozzi stravede, e si capisce perché) e Vaggioli ; se ci s'aggiungono il gran lavoro di Silvestri in mediana e la protezione offerta dalla coppia centrale Turturro-Iania (Sozzi avrà problemi d'abbondanza quando rientrerà Figus: i problemi che tutti gli allenatori sognano), si capisce perché l'Affrico è subito ripartito così forte.