Sembra primavera, e non perché le temperature ormai obbediscono alle stagioni come i figli adolescenti a genitori molto occupati. Sembra primavera, perché è a primavera che il mondo si svela; e il carattere con cui ogni settimana la Cattolica Virtus si svela un pochino di più è proporzionale al suo talento, luminosissimo. In vista d'uno scontro diretto che sente tantissimo dalla finale di Lamporecchio e dalla mancata rivincita dell'anno successivo, Vallini ha lucidato la carrozzeria con l'olio più caro: se n'accorge l'Oltrera, sconfitta 0-4 dopo aver rischiato di passare in vantaggio a sette minuti dall'intervallo. Gira qui la partita, qui dopo l'ottimo avvio della Cattolica Virtus pericolosissima nel primo quarto d'ora con Mori (gran tiro da fuori), Paganelli impreciso davanti alla porta e soprattutto Sciulli, cui soltanto la traversa nega il vantaggio; poi, dopo una ventina di minuti tiratissimi, l'Oltrera costruisce un'occasione enorme: protagonista in negativo e in positivo è Pinzani, che in uscita commette fallo su Filippo Martini lanciato a rete ma che si riscatta immediatamente intuendo il destro aperto rasoterra scelto da Polli per la conversione del rigore. La partita gira qui, perché comunque all'intervallo si va con una squadra in vantaggio; e non è l'Oltrera. Segna infatti Mori (quarto centro stagionale) con un gran destro di controbalzo: è la giocata con cui capitalizza il traversone di Selvi, che s'era liberato al vertice sinistro dell'area di porta; da lì il pallone era schizzato al limite dell'area dopo che Francesco Baldini aveva usato i pugni per anticipare Pinheiro Ferraz. È una rete splendida per esecuzione, e pesantissima: dopo aver rischiato di finire in svantaggio, ferita cui non è granché abituata, la Cattolica Virtus chiude il primo tempo col muso davanti. La distanza si fa incolmabile in avvio di ripresa, con due reti realizzate tra il 48' e il 51': in occasione della prima Francesco Baldini si fa sorprendere dall'angolo d'Innocenti, che col mancino a rientrare da destra crossa nell'area di porta e trova un rarissimo gol olimpico; poi è di nuovo strepitoso Mori, che dalla trequarti usa l'esterno destro per disegnare un filtrante per Selvi, letale nel pallonetto col mancino. All'ultimo fischio d'Incontrera mancano ancora quaranta minuti, ma poco c'è da raccontare se non la quarta rete della Cattolica Virtus: la segna Bonanni col mancino, il piede con cui calamita la corta respinta di Francesco Baldini sul tiro di Agnorelli (aveva calciato dal limite dell'area dopo due dribbling nello stretto) e lo supera con un mezzo pallonetto sul secondo palo. È la sottolineatura in calce a una partita che ribadisce le ambizioni della Cattolica Virtus, quattro il numero di vittorie consecutive: per il Tau Altopascio, che ne conta sei, è un avvertimento trasparente.
Forse ad aprile si capirà che non era uno scontro diretto, e che tanta paura non era legittima; ma per arrivare ad aprile ci sono cinque mesi, e nel frattempo occorre fare punti. Ci riesce la Floria, che battendo 1-2 lo Sporting Cecina allunga la striscia di vittorie esterne dopo la prima sulla costa, in casa del Venturina: per farlo ha avuto bisogno di due calci da fermo, soprattutto della punizione con cui Migliorini spezza l'equilibrio che s'era ricomposto a metà ripresa. Lo Sporting Cecina era infatti riuscito a pareggiare il rigore conquistato (fallo di D'Angelo nel tentativo d'ostacolarne l'inserimento) e trasformato da Vella alla fine del primo quarto; non con i tiri di Monaco sulle iniziative di Eliass Dardar (centrale il primo, 25'; a lato il secondo, 28') e neppure con l'interno secco di Battini deviato in angolo da Prelashi (41'), ma con la grande giocata di Zazzeri che trova la porta dalla distanza (53'). Ma Migliorini, che alla prima azione della ripresa l'aveva già sfiorata (lo neutralizza Battini sulla linea), trova quasi subito la rete dell'1-2: è giusta la scelta di calciare sul palo di Bendinelli la punizione conquistata da Fiorini, impeccabile l'esito. Il duello si ripete due minuti più tardi: stavolta finisce al contrario, parato il diagonale in corsa. Lo Sporting Cecina dunque resta aggrappato alla partita, e a un quarto d'ora dalla fine costruisce l'occasione migliore per evitare la sconfitta; ma in piedi fino all'ultimo e non innervosito dalla posizione di partenza verosimilmente irregolare Prelashi s'oppone a Eliass Dardar sulla verticalizzazione di Monaco. Se s'esclude il rientro di Dei, che dopo la lunga assenza torna finalmente ad assaggiare il terreno di gioco, è l'ultima emozione d'una partita intensa: vince la Floria, vince e prova a scappare da una zona in cui sta scomoda. Calciatoripiù : il successo la Floria lo costruisce in mediana grazie alle prove di Vella e Misuraca .
È già domenica; e non sarà una domenica normale. Finirà velocissimo il conto alla rovescia, sarà subito l'ora di scoprire chi giocherà di punta e chi in marcatura; finirà velocissimo, perché accompagna alla prima svolta della stagione: qualunque combinazione uscirà dai due big match, domenica la classifica avrà un aspetto diverso. Si sfideranno infatti le prime quattro: la Cattolica Virtus ospiterà il Tau Altopascio nell'ennesima replica di tante finali; e l'Affrico scenderà al Bartolozzi, dove lo attenderà l'unica squadra ancora imbattuta, virtualmente capolista solitaria. Lo Scandicci di Bernocchi deve infatti recuperare ancora la trasferta di Cecina; da un'altra trasferta di mare, complicatissima, torna col sesto successo stagionale. Il Forte dei Marmi non riesce a replicare il dispetto di cui alla prima giornata fu vittima un Tau ancora sperimentale; non ci riesce, e se la prende tantissimo con Suciu per le due espulsioni comminate (più di quella di Bobbio, a tempo scaduto, pesa quella di Di Sacco al 55') e il rigore concesso allo Scandicci a tre minuti dalla fine. Se ne discuterà a lungo, perché neppure le immagini (ci vorrebbe la telecamera in asse, quella della goal line technology: roba da Serie A) riuscirebbero a chiarire se sul traversone di Valencetti schizzato sulla mano di Cecchini il pallone fosse interamente uscito oltre la linea oppure no; e soprattutto se ne discuterà a lungo perché si stava 1-1 e lo Scandicci aveva più volte sbattuto su Vignali, gran portiere. Non però alla prima occasione, favorita da un'incertezza di Franchini che prolunga il traversone di Morosi in mezzo all'area di porta: da quella posizione, tutto lo specchio spalancato, Barattucci deve soltanto spingere il pallone per trasformarlo nel terzo centro stagionale. Dall'avvio è trascorsa giusto una decina di minuti, e lo Scandicci ipotizza d'aver indirizzato facilmente una partita tanto temuta alla vigilia; ma un paio d'errori sottoporta (né Villoresi, che non ci arriva, né Unicori, che ci arriva male, riescono a convertire in rete un angolo tesissimo) e le parate di Vignali, che insidiato da una ventina di metri s'oppone al secondo tentativo di Barattucci e a quello di Valencetti, rendono minimo il vantaggio all'intervallo. Per vanificarlo al Forte dei Marmi è sufficiente interpretare bene il riavvio: sono splendidi sia il lancio di Di Sacco da destra, sia l'affondo di Beltrano lungo il lato corto dell'area di rigore, sia e soprattutto il tiro di Juan Carlos Guidi, che calciando con l'interno collo a giro dopo essersi spostato verso l'esterno scarica il pallone sulla faccia interna della traversa e quindi in porta. È enorme la gioia del Forte dei Marmi, enorme ed effimera. Nel giro di dieci minuti infatti Di Sacco, già ammonito nel primo tempo, allontana il pallone dopo un fischio contrario di Suciu: plateale ma innocuo il gesto, fiscale l'espulsione, durissima la mezz'ora che s'apre. Per non arrivare in ritardo al primo crocevia della stagione infatti lo Scandicci ha bisogno di vincere, e riprende ad attaccare con quasi tutto l'organico: i dieci angoli conquistati riassumono da soli l'andamento della ripresa. Ma di segnare non se ne parla: Valencetti si ferma a una spanna dal palo prima e dalla traversa poi; Carone sbatte su Vignali. Non se ne parla fino all'episodio incriminato: lo costruisce Valencetti che tiene vivo, o almeno così ritiene Suciu, un pallone che Cecchini stava tentando di proteggere fino a farne esaurire gli effetti fuori dal terreno di gioco; ne vengono fuori un sombrero, un tocco di mano e un rigore contestatissimo. Stavolta Vignali non fa in tempo a indossare il costume del supereroe: Valencetti ha troppa voglia di tornare protagonista in una squadra di cui spera che si parlerà negli anni, e dal disco fa passare il pallone tra i pali. Allo scadere mancano tre minuti e il recupero, e il Forte dei Marmi è ridotto in inferiorità numerica (diventerà doppia di lì a poco): per lo Scandicci è facile non rischiare niente e in contropiede costruire due occasioni nitide per il tris, mancato sia da Diego Martini sia da Bendoni cui s'oppone Vignali di nuovo monumentale. Il risultato finale però spinge questi episodi giusto tra i dettagli dimenticabili: battuto un Forte dei Marmi arrabbiatissimo e comunque deciso a esser protagonista in un campionato che conosce bene (se davvero l'obiettivo è la salvezza, con questo spirito agonistico e questa qualità non avrà problemi), lo Scandicci avvia subito il conto alla rovescia verso la prima possibile svolta d'una stagione già appassionante. Calciatoripiù : il migliore in assoluto è Vignali (Forte dei Marmi), che dopo aver subito la rete in avvio cede soltanto al rigore di Valencetti . Non è casuale che, per quanto contestato, l'episodio decisivo nasca sulle fasce: per tutta la partita Carone e Morosi (Scandicci) le ritengono proprietà privata, da difendere come in America.
In casa è imbattibile, quasi perfetta: se s'esclude il 2-2 con la Cattolica Virtus, comunque un risultatone, alla Guardiana la Lastrigiana ha sempre vinto. Lo aveva già fatto con Csl Prato Social Club e Aquila Montevarchi; la striscia prosegue con l'Atletico Lucca, che subisce una rete per tempo e che il secondo 2-0 consecutivo (dieci giorni fa perse in casa con lo Sporting Cecina) tiene incollato al gruppone delle terzultime. Per far male alla Lastrigiana è troppo poco l'incursione di Alberto Tognetti, neutralizzata dall'ottima uscita di Niccolò Pepe; sull'altro fronte lo imita Carassiti, decisivo su Burroni che alla fine del primo quarto decide che è meglio se scambia temporaneamente il ruolo con Gracci, lui rifinitore e l'altro attaccante: ne viene la rete del vantaggio, segnata con un'acrobaticissima mezza rovesciata che fa finire il pallone nell'angolo basso più lontano. Una volta costretto a rimontare l'Atletico Lucca fatica a ripensarsi, e non riesce a costruire occasioni da rete; lo fa invece la Lastrigiana, che a metà ripresa raddoppia con l'inserimento di Sollazzi sul secondo palo: lo premia di nuovo Burroni, di nuovo al traversone stavolta rasoterra. Solo nel finale l'Atletico Lucca riesce a rendersi pericoloso; ma dall'interno dell'area Stefani calcia alto sopra la traversa. Non può essere abbastanza per mettere in discussione il successo della Lastrigiana, che se davvero punta semplicemente a salvarsi (e ci sta: l'anno scorso una categoria più giù questa squadra perse i regionali) può ben accontentarsi di aver reso la Guardiana inespugnabile. Calciatorepiù : sottoporta deve ancora trova la freddezza del bomber, ma da rifinitore Burroni (Lastrigiana) è eccezionale; lo dimostrano i due assist vincenti per le reti di Gracci e Sollazzi.
Ci arriva di rincorsa, ma ci arriva bene. Alla domenica degli scontri diretti l'Affrico si presenta staccato dal trio Scandicci-Cattolica-Tau, ma con lo slancio giusto: la partita col Venturina è quella buona per tornare a vincere al Lapenta, dove i punti mancavano dal 29 settembre (due le sconfitte consecutive, con Montevarchi e Atletico Lucca). Il risultato finale dice 2-1, ma con un arbitro un po' più attento sarebbe cresciuto di una rete per parte: non è granché, eufemismo, la direzione di Bertoloni, che in calce alle cattive decisioni espelle sia Sozzi sia Bucciantini. Ed è un'altra decisione sbagliata: dicendo costantemente ai ventidue in campo d'attenersi ai principi del fair-play e di pensare a giocare anziché discutere, i due allenatori lo stavano aiutando. È per questo, e per l'intelligenza di tutti i protagonisti, che una partita mal diretta produce comunque uno spettacolo d'élite: lo allestisce da subito l'Affrico, che per violare l'area avversaria cerca ripetutamente le verticalizzazioni. È così che nasce l'azione della rete annullata: era regolare la posizione di Silvestri, che s'era ben inserito dalle retrovie fino all'area di porta e che da lì aveva centrato lo specchio. Sbagliato il fischio di mancata convalida, ancora più errata l'espulsione di Sozzi: a protestare è qualcuno dalla tribunetta sopra la panchina, non lui. Per il vantaggio comunque è sufficiente attendere poco; lo costruiscono due delle tre novità (la terza è La Greca, che segnerà nella ripresa) rispetto alla formazione schierata titolare contro la Sestese: Nunziati attira la pressione sull'esterno e crossa al centro, da dove di testa Piccioli batte Tanganelli. È l'azione che consente all'Affrico di chiudere il primo tempo in vantaggio; nonostante una manciata di combinazioni notevoli, Ala e Piccioli non riescono a incrementarlo. Ed è un rischio: dopo la pausa infatti il Venturina rientra trasformato, e costruisce subito l'occasione per il pari; ma Bertoloni replica l'errore del primo tempo e non convalida il gol-non gol di Brontolone, molto più gol che non gol. Stavolta dell'episodio fa le spese Bucciantini, che va a far compagnia a Sozzi in tribuna; e di lì a poco tutto il Venturina. Sul ribaltamento di fronte infatti l'Affrico conquista una punizione, che Ala calibra a centro area con la forza giusta e la traiettoria perfetta: sul cross svetta La Greca, che di testa segna il 2-0 coronando una prova superlativa da centrale di difesa. Ma la partita è tutt'altro che finita: il Venturina la riapre subito con la quarta rete stagionale di Ontani (assist vincente di Berardone), e sfiora due volte il pari con due angoli sugli sviluppi dei quali Cosi si supera opponendosi prima a Lorenzi e poi a Bicocchi Pichi, al tiro da distanza ravvicinatissima. Il Venturina non può accontentarsi d'una rimonta incompiuta, e continua ad attaccare; ma lascia tanto spazio all'Affrico che in ripartenza costruisce quattro occasioni nitide per chiudere la partita: Tanganelli cancella le due di Nunziati (nel finale su di lui poteva starci un rigore: Bertoloni sorvola anche stavolta); Vaggioli colpisce la traversa; e Ala, stanchissimo, calcia sporco quando tutto sembrava fatto. La serie d'occasioni basta per far capire che l'Affrico sta bene, che ha scordato gli inciampi, che la prossima settimana sfiderà lo Scandicci con l'intenzione di batterlo e rimescolare le gerarchie; ma merita complimenti puliti anche il Venturina, che per qualità e applicazione non merita certo una classifica sconsolante. Nell'ultimo mese gli è mancata soprattutto un po' di fortuna: quando la incontrerà inizierà a correre. Calciatoripiù : in una partita spettacolare sul piano del gioco e della tattica spicca la prova delle due difese, del trio Turtur-Lorenzi-Paolini (Venturina) e di La Greca (Affrico), inventato centrale da Sozzi con un lavoro lungo mesi. L'ottima prestazione al fianco di Iania (certo, tutto diventa un po' più facile accanto a un capitano così; ma non è banale la rivoluzione che richiede la metamorfosi da regista puro, ruolo non previsto dal sistema di gioco di quest'Affrico, a libero) premia entrambi, l'intuizione del tecnico e la dedizione del discepolo.
Domenica prossima avrà gli occhi sul Csl Prato Social, un orecchio a Scandicci e l'altro a Soffiano: dopo due sconfitte consecutive (era caduta con Lastrigiana e Forte dei Marmi), l'Aquila Montevarchi non poteva permettersi di presentarsi alla prossima giornata con un risultato diverso dalla vittoria; se non avesse battuto il Capezzano sicuramente non avrebbe potuto approfittare del doppio big match incrociato. Invece vince, vince nonostante un finale assurdo (Bartalini raddoppia all'89'; Bimbi accorcia al 91'; e all'ultima azione Verona Fornaciai spacca la traversa) e resta agganciata alle quattro di testa. L'efficacia del suo palleggio avrebbe potuta portarla in vantaggio già nel primo tempo; ma né Cuccuini, in pedana intorno al quarto d'ora, né Pacifico, che al limite dell'area perde un tempo di gioco e vede chiudersi lo spiraglio buono, riescono a concretizzare le occasioni migliori. Per la rete bisogna dunque attendere l'avvio della ripresa e la verticalizzazione di Marchini: la sfrutta Galastri, che dopo esser sfilato tra i centrali avversari si porta il pallone sul destro per violare l'area, e da lì batte Pensabene. Il duello si ripete una decina di minuti più tardi: stavolta finisce diversamente, specchio chiuso in uscita. Ancora in partita, a un quarto d'ora dalla fine il Capezzano costruisce l'occasione migliore per pareggiare; ma Ouadjaout, che s'era liberato bene sul lato corto dell'area di porta, ci mette una vita e mezza ad aggiustarsi il pallone, e consente a Mariniello di ripiegare in protezione. È comunque un segnale chiaro per il Montevarchi, che capisce che se non raddoppia rischia fino alla fine; aumentano dunque le azioni d'attacco, che producono due occasioni pulite: col mancino Pacifico fallisce la prima; Bartalini invece sfrutta la seconda, creata da un'altra verticalizzazione perfetta di Marchini e neutralizzata soltanto temporaneamente dalla parata di Pensabene, battuto al secondo tentativo. Allo scadere del tempo regolamentare manca poco più di un minuto: è fatta, pensa il Montevarchi. E invece la partita ha ancora da raccontare una rete, quasi due: Bimbi dimezza subito lo scarto inserendosi da sinistra e centrando lo specchio con l'esterno destro e l'aiuto del palo; e sulla punizione che chiude il recupero Verona Fornaciai trova, decisive, le dita di Lapi, che sporca la traiettoria sulla traversa dopo il rimbalzo sulla quale Farina si fa negare la ribattuta vincente. L'episodio legittima il rammarico del Capezzano: il Montevarchi ha meritato di vincere; ma riaprire una partita nel recupero e colpire la traversa all'ultima azione giustifica il malumore almeno fino al prossimo turno. Calciatoripiù: Graziuso, Ouadjaout (Capezzano), Marchini, Carotti (Aquila Montevarchi).
Ha pareggiato troppe volte, cinque nelle ultime sei: la Sestese non riesce a trovare il passo per costruirsi una classifica più adeguata alle proprie ambizioni. Per farlo deve tornare a vincere, obiettivo raggiunto solo nella gara d'esordio con l'Atletico Lucca; contro il Csl Prato Social ci va vicina, ma nonostante il doppio vantaggio alla mezz'ora e il 2-3 a metà ripresa si fa raggiungere due volte, e deve concedere il 3-3 finale. Che anche al Rossi sarà una domenica faticosa lo s'intuisce al 14', quando Prota si fa parare da Ciolfi il rigore conquistato da Ruggiero stretto in un sandwich tra Daka e Rrapaj. Sulla forza mentale però alla Sestese non si può rimproverare niente, né si può farlo a colui che comunque resta uno dei suoi marcatori migliori: è proprio Prota a segnare la rete del vantaggio sull'angolo perfetto d'Andrea Ferro, e calciando al volo fa dimenticare l'errore di sette minuti prima. Di minuti ne passano altri nove, e la partita sembra definitivamente indirizzata: capitalizzando la ripartenza avviata da Scarlini, che intercetta una punizione calciata dal Csl Prato Social dalla trequarti verso l'area e verticalizza immediatamente, Ruggiero affonda sulla fascia, scarta due avversari in ripiegamento e con un mancino micidiale interrompe un digiuno che durava da cinquecentonovanta minuti. Nel quarto d'ora che accompagna all'intervallo potrebbe allungare lo scarto con la doppietta: gliela nega Ciolfi, di nuovo superlativo sia su di lui sia su Scarlini. È quasi inevitabile che in avvio di ripresa il Csl Prato Social riapra la contesa: segna Bracco col mancino, piede debole, in una sorta di replica della rete subita nel primo tempo. Stavolta è Cuzzavaglio a imbastire la ripartenza dopo aver sgraffignato il pallone a Cesarano, che sull'azione nata da un angolo azzarda un dribbling di troppo al limite dell'area: ne nasce un quattro contro due, che correndo all'indietro Giannone non riesce a tamponare. L'1-2 galvanizza il Csl Prato Social, che sei minuti più tardi trova il pareggio: lo segna Mema, teoricamente marcato da Prota che sugli sviluppi d'una punizione messa dentro due volte dopo una prima respinta gli concede la girata con l'interno. Il calcio, si sa, vive di tendenze; il Csl Prato Social Club prova a sfruttare l'ottimo momento per completare la rivoluzione, ma sbatte su Tabani attento sia sul colpo di testa di Ballerini (troppo ferma la difesa della Sestese su un angolo crossato al centro) sia su due tiri di Gabriele Gori, peraltro angolatissimi. È l'innesco del nuovo vantaggio della Sestese: lo segna di nuovo Ruggiero, stavolta con un colpo di testa con cui devia in rete un calcio piazzato dalla trequarti. Ma non è sufficiente per vincere: di nuovo troppo statica, sull'angolo di Cicciarella la difesa si scorda di marcare Rrapaj il cui colpo di testa vale il 3-3 (83'), e per il Csl Prato Social un punto preziosissimo in ottica salvezza. Calciatoripiù : subisce tre reti, due delle quali da Ruggiero (Sestese) che finalmente torna a segnare; ma Ciolfi (Csl Prato Social), e non solo per il rigore parato in avvio, è uno dei protagonisti principali della rimonta che produce il 3-3 finale.
Un po' come la Fiorentina: è sbagliato chiedersi dove sarebbe se avesse azzeccato le prime partite. I risultati dell'ultimo bimestre sono infatti figli delle sperimentazioni iniziali: Gandini come Palladino, deciso a dare l'attacco alle prime posizioni. Se n'accorge il Seravezza, sconfitto con un punteggio nettissimo: il 7-0 porta la firma di ben sei marcatori diversi (doppietta per Borracchini), segno di una qualità enorme. Avvertimento chiaro alla Cattolica, prossima avversaria in uno dei big-match di domenica. Il Tau sfiora il vantaggio già al 4', quando Vannacci riceve il pallone sulla destra e appoggia in area a Borracchini, che anticipa Pianti ma colpisce il palo interno. Sulla destra parte subito forte Vaselli, che al 10' avanza fino al limite dell'area da dove calcia di poco sul fondo e al 14' serve a rimorchio Nesti, per una volée alta. Al Tau non va meglio neppure sul diagonale di Casini (pallone a lato sullo scarico di Borracchini). Ma non serve un esperto per accorgersi che il vantaggio è maturo. Prende forma al 20', dopo un tocco di mano sul controtraversone di Mei pescato sul secondo palo da Nesti: deciso Frediani ad assegnare il dischetto, freddo Mei con un tiro centrale. Sbloccato il punteggio il Tau prende fiato; bisogna attendere il 37' per una nuova occasione da rete. Potrebbe produrre una doppietta: è di nuovo Mei a calciare, stavolta con l'esterno, dopo la percussione di Rotolo da sinistra; ma il suo tiro dinisce a lato. Poi improvvisamente s'accende il Seravezza. Fanti calcia in porta una punizione dai venti metri, da posizione decentrata sulla sinistra: Zipoli vola a proteggere l'incrocio. Cento secondi dopo il Tau raddoppia: Casini parte dai trenta metri, salta due avversari e arrivato al limite dell'area insacca con un diagonale preciso. Il Seravezza cerca disperatamente di riaprire la partita (alto il tiro di Masala, che aveva recuperato il pallone ai venti metri approfittando di una delle pochissime leggerezze della mediana avversaria), ma al 44' subisce anche il 3-0: Nesti lancia in area Borracchini, che da destra controlla e calcia in porta; sul palo più lontano sbuca Vannacci, che in scivolata appoggia in rete. La ripresa si apre con il 4-0: Rotolo mette al centro una punizione da sinistra, zolla vicina alla linea laterale; appostato sul palo più lontano, Borracchini non ha difficoltà a realizzare. Anche col risultato già acquisito il Tau continua ad attaccare: lanciato in campo aperto da un lungo lancio dalla difesa, Mocanu si presenta davanti a Pianti bravo a respingere in uscita. Il 5-0 comunque è solo rinviato: Nesti mette in area un corner da sinistra, di testa Frediani sceglie bene il tempo e segna. Su angolo arriva anche il 61'. stavolta lo batte Del Gronchio, sempre da sinistra: sul primo palo Rotolo devia di testa in anticipo, e dopo un rimpallo Montapponi accompagna il pallone in rete. Alla festa manca ancora Mocanu, che sull'invito di Montapponi al 70' manda il pallone a stamparsi sulla traversa, e all'81' segna il 7-0 con un mancino precisissimo. È tornato il solito Tau, ma è tornato da tempo: bravo Gandini, bravi Paletta e Piro. Calciatorepiù: Casini (Tau Altopascio) segna una gran rete e si muove tantissimo.