Il Montevarchi guarda alle posizioni di medio-alta classifica; lo Sporting Cecina invece rimane invischiato nelle retrovie: questo racconta il 2-1 che manda in archivio due terzi di campionato. Alta la posta, la partita s'accende subito: il Montevarchi ci prova al 3' con Palazzini, il cui tiro esce alto. Replica lo Sporting Cecina con un'incursione di Castellano che lanciato in area va sul fondo e crossa al centro: la difesa libera. Si torna subito sull'altro versante con l'angolo che Pranteddu crossa profondo sul secondo palo: incoccia Manenti, fa buona guardia Ricci (8'). Il Montevarchi preme. Due minuti Randellini punisce un fallo su Cannoni e commina una punizione, che batte Brogi: Bettini libera il pallone profondo. Situazione simile due minuti più tardi: stavolta la punizione la conquista Pranteddu, che la batte servendo Cannoni. Dalla deviazione di Bettini nasce un angolo sul quale i protagonisti sono i soliti due: cross di Pranteddu, colpo di testa di Cannoni che svetta altissimo ma non riesce a impattare al meglio. Su calcio da fermo si fa sentire anche lo Sporting Cecina; s'incarica del tiro Calloni, che imbecca Ceccarini: tiro di poco largo. Si resta nella metà campo del Montevarchi, attaccato con un bel fraseggio: sul cambio di lato Ceccarini mette il pallone a terra e lo calcia verso la porta, mancata di poco. È un buon momento per il Cecina, che su corner si porta in avanti. Crossa Calloni, e sul rimpallo Ceccarini è il più lesto di tutti a calciare in porta. Vantaggio Cecina al 34'. Il Montevarchi non ci sta: angolo di Pranteddu per la testa di Cannoni, Bettini lo anticipa in bello stile. Finisce qui il primo tempo. La ripresa si apre con altri brividi per il Montevarchi: incaricato di calciare una punizione centrale da trenta metri, Bertaccini disegna una parabola stupenda che si stampa all'incrocio dei pali. Il pericolo scuote il Montevarchi, a sua volta pericoloso con una punizione: la calcia Brogi, che manca lo specchio. La pressione aumenta: Bettini respinge il pallone profondo di Brogi; di testa Cannoni manca il bersaglio sul traversone di Palazzini. Doppia occasione per il Montevarchi al 65'. È buono lo spunto di Tani sulla fascia destra: sul suo cross da fondo Borri calcia di prima intenzione, e si vede ribattere il tiro; il pallone schizza nella zona di Palazzini che col destro cerca la porta, protetta da Bettini; Tani rimette al centro per la testa di Palazzini, che manca lo specchio. Poi dopo tanta pressione il Montevarchi pareggia: con un'azione personale Pranteddu che entra in area dal vertice di destra dopo aver saltato un paio di avversari, e spedisce il pallone a fil di palo. Al 70' la rimonta si completa: la punizione che Brogi calcia da posizione defilata sulla sinistra assume una parabola beffarda, che sbatte sulla base del secondo palo ed entra in porta. la reazione dello Sporting Cecina passa soltanto da una punizione di Bucchioni fuori di poco. Il 2-1 resta intatto: il Montevarchi fa un passo in avanti e guarda con ottimismo alla classifica.
L'aveva quasi ripresa. In svantaggio per quasi tutta la partita, a undici minuti dalla fine il Venturina aveva pareggiato sfruttando il talento di De Mattia, uno dei 2010 convocati da Busdraghi (e due, Galli e l'ottimo Bologna, schierati titolari; in panchina Federighi). Ma l'1-1 dura giusto otto minuti: il rigore che consente ad Andres d'avvicinarsi alla doppia cifra (nove al momento le reti in campionato) riporta avanti la Cattolica Virtus, che scavalca lo Scandicci e s'affianca al Fucecchio alle spalle del trio di testa: con l'Affrico forse no, ma per il podio con la Sestese potrà battagliare fino alla fine. Lo spirito è quello giusto: nonostante il meteo orribile che incide sulle condizioni del terreno di gioco, pesantissimo, già dopo un minuto scarso Galli deve effettuare la prima parata opponendosi a Fossi che aveva dialogato con Zangarelli. All'avvio brillante seguono diciassette minuti di noia; poi improvvisamente il punteggio si sblocca: come col Margine sette giorni prima, nessuno tocca la punizione di Mugnaini che dunque direttamente dalla trequarti spedisce il pallone in porta accanto al secondo palo. L'1-0 costringe il Venturina a venir fuori, e pertanto la Cattolica Virtus trova spazi: prova ad approfittarne Fossi, liberato due volte da Andres e due volte sfortunato (al 21' Galli para; al 28' il pallone sfila alto di pochissimo) nell'esecuzione. Il primo tempo si riassume tutto qui, in tre occasioni e una rete; è poco rispetto al solito, tantissimo se paragonato a quanto accade nella ripresa nella quale la pioggia fitta e il fango crescente rendono difficile ragionare e sviluppare occasioni da rete. Per registrarne una occorre attendere il 68', il minuto in cui il Venturina sferra il primo tiro verso la porta di Bracci attento sull'iniziativa di De Mattia. Il duello si ripete cento secondi più tardi, e stavolta con l'esito opposto: pallone in porta, a premiare l'esecuzione notevole e il gran coraggio dalla distanza. Ora reagire tocca alla Cattolica Virtus, che lo fa più con lo stomaco che ragionando; il gran caos comunque fa arrivare nell'area avversaria qualche pallone pericoloso, uno dei quali sbatte sulla mano di Lenci giudicata fuori sagoma da Forni: il suo fischio decreta un rigore pesantissimo, che Andres trasforma nel 2-1. Ora il Venturina ha finito le pile: impossibile che, così stanco e in così poco tempo, possa costruire qualcosa per evitare la sconfitta; è più facile che subisca un'altra rete, rischio che corre sia su un affondo di Echchihab (Da Frassini tocca il pallone con la mano: era più rigore di quello concesso) sia sull'incursione di Morozzi cui s'oppone Galli (84'). Meglio di perdere di misura il Venturina non riesce a fare; il ritmo lento delle rivali nella corsa salvezza (Capostrada, Sporting Cecina e Academy Livorno hanno perso) mantiene comunque rassicurante lo scarto sul quartultimo posto.
Fatta ancora no; ma a due terzi di stagione il San Miniato vede la salvezza vicina: salgono a sette i punti di vantaggio sullo Sporting Cecina, tre le squadre frapposte. Insieme a Venturina e Settignanese una delle tre è l'Academy Livorno, sconfitto 4-2 e destatosi soltanto dopo che lo svantaggio aveva già assunto proporzioni irrimediabili: s'interrompe malamente la striscia positiva che nelle ultime tre partite aveva prodotto cinque punti. S'interrompe malamente, e che s'interromperà si capisce da subito: al quarto d'ora il San Miniato conduce già 3-0. In cinque minuti Vanni segna due rigori (netto il primo, evidente lo sgambetto di De Fusco su Frilli; più dubbio il secondo: Pietrogiacomi, forse addirittura in anticipo, era saltato insieme e Farina); nel mezzo Zazzi segna il 2-0 correggendo col tacco l'angolo che Senanayake aveva calciato sul primo palo. Già compromessa la partita, per tutto il primo tempo l'Academy Livorno non riesce a reagire; il San Miniato dunque attende, e al riavvio lo punisce di nuovo: stavolta segna Francesco Bari, che batte Palamidessi da trenta metri. Per scuotersi l'Academy Livorno ha bisogno del 4-0, e di temere una sconfitta identica a quella che sette giorni prima aveva inflitto al Capostrada: data ormai la partita per persa, comincia a giocare; e al quarto d'ora crea un'occasione doppia, non finalizzata né da Lepri (muro sulla linea) né da Pietrogiacomi, che di testa manca la porta sulla respinta. Resta comunque il segno che l'inerzia è cambiata; inevitabile che di lì a poco il divario s'accorci. Stavolta, dopo averne sfruttati tre, il San Miniato un calcio da fermo lo paga: a favorire a Martinelli il colpo di testa vincente è infatti un angolo di Leonardo Sommani (60'). Le reti di scarto potrebbero subito tornare quattro; ma Farina si fa ipnotizzare da Palamidessi, e così a sette minuti dalla fine Cortopassi riduce un altro po' lo svantaggio centrando l'incrocio da venticinque metri dopo aver recuperato il pallone con una pressione alta. Per far tornare viva la partita c'è ancora bisogno di un'altra rete dell'Academy Livorno, che però nel tempo che resta non costruisce altre occasioni; anzi, rischia di vedere le distanze allungarsi di nuovo sull'affondo di Luise, che dopo aver attraversato in verticale tutta la metà campo avversaria serve a Khachi un pallone mal finalizzato. Di rammaricarsene però il San Miniato non ha né tempo né intenzione: il 4-2 lo fa schizzare lontano dalla zona in cui si suda non solo per la fatica. Calciatoripiù: Frilli esce all'intervallo, ma fa in tempo a indirizzare la partita conquistando il rigore del vantaggio; di lì a tre minuti Zazzi raddoppia con un colpo di tacco pregevolissimo.
A Campo di Marte di derby sportivi ce ne sono più di uno. Quello tra Floria e Affrico ha sempre qualcosa di più. Anche solo per i colori dello stemma, il bianco e il blu, per la vicinanza, per il tipo di calcio che da anni si cerca di sviluppare. Per la categoria 2009 però negli ultimi anni i percorsi delle due squadre sono stati diversi; e di fatto, escluso qualche torneo di fine stagione, non c'era mai stato nessun confronto in campionato. Il primo in assoluto lo vince 1-3 l'Affrico, che anche se la Floria era partita forte crea quasi subito un'occasione da rete: per poco Servi non perde il pallone che sul tiro di Marcantonini dalla distanza era schizzato sul terreno. La Floria si fa vedere in avanti con un bello spunto di Materassi, doppio ex, che sulla destra salta il diretto marcatore e mette al centro: Martini non trova la deviazione vincente. Scampato il pericolo, l'Affrico si getta in avanti e guadagna possesso e metri di campo: Banfi intima a Mencarelli di rialzarsi dopo un lieve contatto in area; Marcantonini impegna ancora Servi dalla distanza; uno sviluppo sulla sinistra si completa con lo scarico per l'accorrente La Spina, che calcia alto; Mencarelli trova la deviazione di Servi; mentre Torracchi sbilanciato manca lo specchio. Poi Fibbi prende la traversa con un colpo di testa sugli sviluppi di un calcio d'angolo: è di fatto l'unica occasione per la Floria per quasi - quasi - tutta la partita. Torna ad attaccare l'Affrico, Mencarelli ruba il tempo a tutti, entra in area e prova il diagonale: il pallone sbatte sul palo alla sinistra di Servi e finisce sul fondo. La sfida a distanza tra portiere e attaccante si risolve qualche minuto più tardi. Sugli sviluppi d'un calcio d'angolo da sinistra il pallone resta a centro area; e proprio Mencarelli scarica in porta un bolide di controbalzo che spezza l'equilibrio. Carrai chiede un fallo che il direttore di gara reputa troppo lieve per esser sanzionato. La reazione della Floria non c'è, e il primo tempo di fatto finisce qui. Nella ripresa all'Affrico basta meno di un quarto d'ora per chiudere la gara a doppia mandata: Mencarelli fugge a destra sul filo del fuorigioco, finta il tiro e serve al centro l'accorrente Kodra, che appoggia il pallone nella porta sguarnita. Una manciata di minuti più un'azione quasi scolastica vale lo 0-3. Il pallone passa da sinistra, e arriva a Mencarelli che libera sulla destra il nuovo entrato Panichi: primo pallone toccato, tiro forte sul primo palo, Servi tocca ma non può impedire la rete. La Floria rischia il crollo, l'Affrico costruisce ancora occasioni da rete: Kodra trova la respinta di Servi, che con un intervento straordinario mura Mencarelli sulla ribattuta. Sullo 0-3 i due allenatori svuotano pian piano le panchine. L'Affrico continua a spingere, ma senza troppa convinzione. I neoentrati della Floria provano a trovare la scintilla per provare a rientrare in partita, ma Claudio Gentile non corre mai pericoli. Sul finire di gara l'Affrico si sbilancia più del dovuto: a centrocampo Macaluso vince un contrasto che diventa un assist preciso per Laaroussi che fugge sulla sinistra, entra in area e supera Claudio Gentile con un preciso tocco sotto. La rete dell'1-3 non cambia la differenza di valori in campo, ma regala comunque un applauso ai tifosi di casa. Finisce così. L'Affrico rimane saldo al secondo posto, alle spalle di un Tau ormai scappato via. La Floria è ormai oltre la metà della classifica, senza troppi grattacapi per la zona salvezza; ma è reduce da qualche settimana con qualche passaggio a vuoto. Buona la direzione arbitrale. Calciatoripiù: Servi (Floria) evita a più riprese che il passivo sia peggiore; Mencarelli è di caratura superiore, anche della categoria, Kodra e Marcantonini mettono in mostra le proprie qualità, Baroncelli (Affrico) non sbaglia niente.
La partita del Romagnoli si conclude a reti bianche: Settignanese e Fucecchio non riescono a segnare nonostante l'alta intensità per tutti gli ottanta minuti. A partire meglio è il Fucecchio che si rende pericoloso già al 2' con Fogli, il cui tiro dalla destra finisce alto. È l'incipit d'un primo tempo dai connotati ben chiari: si prova ad attaccare verso la porta locale, ma la poca precisione negli ultimi venti metri e gli ottimi interventi della difesa neutralizzano i tentativi offensivi. La Settignanese si difende con ordine e prova a ripartire, senza però rendersi quasi mai pericolosa: Straccali gioca un'ottima partita lottando su ogni pallone; ma pesa l'assenza di Nencini, squalificato dopo la quinta ammonizione. Comunque lo 0-0 regge, e il Fucecchio torna a rendersi pericoloso solo nel recupero: ci riprova Fogli prima con una punizione dal limite sinistro dell'area (Pozzi copre bene il proprio palo), e poi sugli sviluppi dell'angolo successivo con un tiro al volo fuori dallo specchio. L'intervallo dà nuove energie alla Settignanese, che a inizio ripresa crea la migliore occasione della partita (44'): approfittando di un rinvio sbagliato di Tacchi, Miranda recupera il pallone e con un filtrante serve a destra Straccali, che controlla e strige troppo il destro. Il pericolo corso sveglia il Fucecchio, che grazie anche ai cambi, torna ad attaccare: si rendono pericolosi i neoentrati Masha e Fall, il primo con un tiro da sinistra (54'), il secondo con un colpo di testa su un calcio d'angolo (63'); in entrambi i casi sbroglia Pozzi. Poi al 66' la partita rischia di cambiare: Brakaj fischia una punizione a favore del Fucecchio, Galli protesta e viene espulso; dunque la Settignanese è costretta a chiudere in inferiorità numerica. Zuccaro e Falcini provano ancora a mischiare le carte per dare nuove energie alle proprie squadre; il più pericoloso rimane sempre Fogli, che al 76' ha la grande occasione per regalare i tre punti alla propria squadra: è lui a ricevere l'elegante scavetto di Battiloro nella porzione sinistra dell'area, lui a calciare forte di destro verso il secondo palo; serve uno strepitoso riflesso di Pozzi per alzare sopra la traversa il tiro a botta sicura. Il Fucecchio non demorde e in pieno recupero costruisce un'altra occasione: sugli sviluppi di un cross da sinistra non respinto del tutto dalla difesa locale, il pallone arriva sulla destra a Niccolò Salvadori che controlla e calcia di sinistro a chiudere verso il primo palo, mancato di poco (81'). È l'ultima occasione: alla fine è la Settignanese a esultare per il punto conquistato, risultato più che positivo anche se la vittoria ora manca da sette partite; maggiori rimpianti li ha il Fucecchio che alla fine per il maggior numero di occasioni create avrebbe anche meritato l'intera posta. Calciatoripiù : nell'ottima prova difensiva della Settignanese spiccano Pietrosanti e Pozzi (Settignanese), decisivo per evitare la sconfitta in due-tre situazioni; nel centrocampo del Fucecchio si fanno notare Orsucci e Pellegrini (Giov. Fucecchio), che gestiscono il il gioco e propongono ottimi palloni agli attaccanti.
In altri tempi se ne sarebbe apprezzato lo spettacolo; ora che si deve badare alla ciccia del 3-3 che matura tra le ultime due dell'elenco si dice solo che serve poco a entrambe. Serve poco al Margine Coperta, che manca l'aggancio al Capostrada e vede ancora lontana la quintultima posizione; e serve poco al Poggio a Caiano, tre volte in vantaggio e tre volte raggiunto. Di meno d'un quarto d'ora Checchi aveva avuto bisogno per segnare la rete stagionale numero dieci deviando di testa un traversone di Piccione; soli sei minuti erano bastati al Margine per recuperare il primo svantaggio: segna Jacopo Niccolai, che controlla un pallone sporco allontanato dalla difesa e col mancino al volo lo schianta in porta. La seconda parte del primo tempo gira su un altro gesto tecnico notevole: Vadalà decide che il pallone che rimbalza intorno ai trenta metri è molto più che un invito, e calciando di collo disegna una traiettoria imprendibile per Gueye. Il secondo vantaggio del Poggio a Caiano guada intatto l'intervallo, poi svanisce; nel 2-2 del Margine entra ancora Jacopo Niccolai, che calcia verso lo specchio una punizione dal limite dell'area: il pallone picchia sul palo, e sul rimbalzo Lafsahi centra la porta incustodita. Dopo esser stato punito da un calcio da fermo, il Poggio a Caiano ne sfrutta un altro per passare in vantaggio per la terza volta: a favorire la deviazione vincente di Spanu è infatti un angolo di Barenghi; e dopo esser stato punito da un calcio da fermo il Margine ne sfrutta un altro per pareggiare per la terza volta: anche il 3-3 nasce da un angolo, dal quale Jacopo Niccolai appoggia sulla testa di Bestetti il pallone necessario per evitare la sconfitta (77'). Da questa lotta infinita viene fuori giusto un punto a testa: non è granché, ma anche se le distanze restano notevoli almeno qualcosa si muove. Calciatoripiù : la rete di Vadalà aveva consentito al Poggio a Caiano di chiudere il primo tempo in vantaggio, e dunque di vanificare la rete di Jacopo Niccolai che più di tutti (colpisce il palo da cui nasce il 2-2; batte l'angolo del 3-3) s'ingegna per evitare la sconfitta; insieme a lui combattono Igliori e Bonari , che al rientro da titolare Colombo dirotta sulla corsia sinistra per tamponare l'assenza di Bilal Boulam.
Massimiliano Allegri la chiamerebbe una vittoria di corto muso. La rete di Notari a cinque minuti dalla fine consente infatti alla Sestese di battere 2-1 un ottimo Scandicci in lotta per le posizioni nobili. I nomi delle squadre, che rappresentano due delle società più blasonate della Toscana, è di per sé ragione sufficiente a parlare di big match anche senza titolo in palio: questo Sestese-Scandicci assomiglia a un Inter-Juventus nel quale i tre punti in palio non sono determinanti per l'assegnazione dello scudetto. Resta sempre una partita interessante dall'appeal notevole, considerato che molti calciatori orbitano intorno alla rappresentativa e hanno buonissime prospettive future; lo resta anche in una stagione in cui il dominio del Tau è assoluto, tanto da lasciare agli altri solamente la lotta per le posizioni da podio. Come spesso accade quando si incontrano squadre dalla grande qualità, la partita è stata bella e incerta nel risultato fino al fischio finale. Entrambe le formazioni hanno giocato su ritmi ottimi, hanno mostrato schemi piacevoli, sono state veloci nell'arrivare alla conclusione in porta; anche se spesso le difese hanno preso il sopravvento, e hanno limitato le occasioni da rete. I valori complessivi sono più o meno simili, anche se la Sestese si fa leggermente preferire grazie a un paio di elementi, Ceccherini su tutti - anche se stavolta non è stato particolarmente brillante e ha giocato solo un tempo. Molto solido, il 4-3-1-2 di Ferro è perfetto in difesa e a centrocampo; lo (4-4-1-1), l'ex Drago unica punta, è meglio attrezzato in avanti, ma ha meno qualità in mediana. In definitiva tra le due squadre c'è una differenza analoga a quella che intercorre tra il correre e lo scappare. È povera di occasioni la cronaca del primo tempo: al 4' un bel traversone di Bagalà da sinistra pesca Breccia in mezzo all'area, ma il suo tiro è da dimenticare; al 7' lo Scandicci si difende bene su un colpo di testa di Marzano, pescato a centro area su azione di calcio d'angolo. Poi per riempire il taccuino occorre attendere il 18', quando un triangolo con Santiago Palmini porta Notari alla conclusione da una decina di metri: tiro incrociato abbondantemente fuori. Altra pausa, e Scandicci pericoloso al 27' con l'incursione di Masi che da destra con un cross precisissimo imbecca Andrei liberissimo dalla parte opposta: occasione favorevole, sprecata da non più di cinque metri. Lo Scandicci ci riprova qualche istante più tardi: da destra sempre Masi, poco oltre la trequarti, libera Forletti alla conclusione, non sfruttata da una decina di metri e con tutta la porta davanti. La Sestese replica con la discesa di Santiago Palmini sulla sinistra: il suo cross non trova nessuno pronto alla battuta a rete, e il pallone finisce dalla parte opposta dopo aver attraversato tutta l'area di porta. Nulla più degno di menzione fino alla fine del tempo. La ripresa si apre con un tiro di Stasi ben indirizzato a rete dal limite dell'area: in maniera abbastanza casuale la difesa ospite devia in angolo. La Sestese insiste: Notari calcia dopo uno scambio con Stasi, ma con bravura Izzo blocca a terra il suo tiro dal limite dell'area. Al 56' una buona occasione capita a Marzano su un altro calcio d'angolo battuto Bellini, vivace: il colpo di testa da non più di tre-quattro metri finisce sopra la traversa. Non è più fortunato (fuori di poco) Notari, che al 62' calcia dal limite dell'area. Poi la partita si sblocca: Bellini avanza da centrocampo con una discesa pregevole, e giunto sul fondo rimette al centro dell'area di porta per Pancella che con bravura insacca il gol dell'1-0. Lo Scandicci reagisce subito recuperando il pallone perso da Marzano in fase d'impostazione: Kurti calcia da distanza ravvicinata, Dallai è attento e devia in angolo. Qualche secondo più tardi lo Scandicci se la prende con la sorte: una sassata di Salvadori dalla distanza si stampa sui legni. La pressione cresce: al 69' Cullhaj calcia fuori da ottima posizione, non più di quattro-cinque la distanza. Poi il gol dell'ex riporta il punteggio in equilibrio: un'azione rapida dello Scandicci porta Drago alla conclusione di sinistro, con cui da sei-sette metri (defilata la posizione) trova l'angolo basso più lontano. È l'1-1. Ma l'esultanza dura poco. A cinque minuti dalla fine si scatena Notari, che pallone al piede sulla parte sinistra del campo salta in dribbling un paio di avversari, si accentra e dal limite scaglia un rasoterra imprendibile per Izzo. Di nuovo sotto, stavolta 2-1, Lo Scandicci si riversa in massa nella metà campo della Sestese, ma si rende pericoloso solo su un calcio d'angolo che, battuto da Kurti, attraversa tutta l'area piccola senza che nessuno dei compagni intervenga in maniera risolutiva. Poi più nulla fino all'ultimo fischio di Labate (direzione al limite della perfezione, sempre vicina all'azione, autorevole e convincente in tutte le decisioni), se non l'aumentare d'intensità della pioggia. Prosit. Calciatoripiù : ottimo in fase difensiva, Dervishi è puntuale anche in quella offensiva; la partita di Notari era positiva già prima dell'azione del gol decisivo, vero scampolo di bravura; elemento insostituibile del reparto difensivo, a parte una sbavatura nel finale di gara Marzano (Sestese) è sempre uno dei migliori; caparbio e battagliero, ottimo in fase di passaggio e a tirare in porta, Salvadori non difetta certo di corsa; sicuro e tempestivo tutte le volte che è chiamato in causa, Morosino (Scandicci) è garanzia di sicurezza anche quando deve impostare; rapido e tecnico, Drago (Scandicci) è sempre pericoloso e può contare su un mancino micidiale, quello con cui segna il gol del provvisorio pareggio.
Il Tau, si sa, è la regina, del campionato. Lo 0-2 finale gli consegna la diciannovesima vittoria in venti partite; ma il Capostrada, alla ricerca disperata di punti salvezza, ha disputato la miglior partita della stagione: se riuscirà a replicarla contro avversarie maggiormente alla portata potrà accorciare sulle squadre che gli stanno davanti, e tenere aperta la questione. La partita, intensissima, si sblocca al 25': per Bevilacqua è punibile il modo con cui Palladino (petto? braccio, però non granché distante dalla figura?) s'oppone a un cross in area; dall'episodio nascono l'espulsione di De Marco, che protesta per la decisione, e il rigore che Bonelli (ventitreesima rete stagionale) converte nel vantaggio. È lecito attendersi che contro un avversario così formidabile il Capostrada crolli; invece, dopo aver rischiato di subire il raddoppio immediato (Bonelli manca il raddoppio davanti alla porta spalancata) reagisce, e prova a spingere alla ricerca del pari. Segnare al Tau, che in venti partite di reti ne ha subite solo nove, però è complicatissimo: più facile è subire, circostanza evitata solo dal palo che s'oppone a Bonelli e da Halilaj, reattivo in un paio di circostanze. Alla pausa dunque lo scarto resta minimo, e nella ripresa si riparte sullo stesso canovaccio: alla ricerca disperata di punti, il Capostrada opta per la trazione anteriore concedendo spazi ampi al Tau; ne nascono tre occasioni, che neutralizzano di nuovo i legni (traversa per Matteucci, un palo) e Halilaj, di nuovo reattivo su Bonelli. Il Capostrada prova a pungere con Iuliucci: tiro debole, Jordan Ricci para. Più pericolosa è l'azione che va in scena a cinque minuti dalla fine, sugli sviluppi di una punizione che Boccia calcia da centrocampo direttamente verso l'area avversaria: Garofalo spinge in porta il pallone respinto non benissimo da Jordan Ricci, sul quale però Bevilacqua rileva una carica. Alla rete annullata al Capostrada segue quella buona del Tau: al secondo tentativo (ne aveva sbagliata una molto più facile) la segna Pacini, che in contropiede spacca in due la difesa avversaria e condanna il Capostrada alla quattordicesima sconfitta in campionato. Fa male, perché la classifica resta preoccupante; ma alimenta le speranze in vista dell'ultimo terzo di stagione: nonostante l'orribile sconfitta nello scontro diretto l'Academy Livorno resta lontano solo cinque punti.