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SIGNA 1914 - DI ANDREA ZIELMI - PAGINA1

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IACOPO BALESTRI, 'Fiducia, divertimento, dialogo: questo è il mio calcio'



Gli ultimi anni in campo, e poi una nuova sfida: questa volta non sul terreno di gioco, ma all'interno dell'organigramma di una società a cui ha dato tanto nei suoi ultimi anni di carriera, e che per lui è diventata un po' casa.
Iacopo Balestri è una figura di riferimento per il Signa, ed insieme a Cristiano Centelli lo è per i tanti ragazzi presenti nel Settore Giovanile dei Canarini.
Adesso si trova ad affrontare questo impegno, e lo fa con grande entusiasmo e voglia di imparare, per cercare di trasmettere un po' della sua filosofia a questi giovani calciatori.


Cosa l'ha spinta a mettersi in gioco per questo club?


È una società alla quale mi sono legato negli ultimi anni di carriera. È stato un passaggio molto naturale, che è maturato in maniera serena: nella mia testa era quello il momento giusto per lasciare il calcio giocato senza troppi scossoni. È stata la scelta giusta continuare qui, si è creato un bel gruppo di persone che crede e porta avanti un progetto ambizioso, che parte dalla crescita dei nostri giovani ed arriva alla Prima Squadra, che sarà infoltita dalle nostre pianticelle. È un obiettivo difficile da raggiungere, ma molto stimolante. Accanto a me ci sono persone che hanno voglia di lavorare bene verso un unico traguardo comune.


Da che punto si parte per rendere concrete queste ambizioni?


Alla base ci deve essere un gruppo solido che ha stima reciproca nei propri membri, che trasmetta fiducia ai nostri tesserati. Il rapporto con i ragazzi è fondamentale in questo senso. Non ci devono essere troppe barriere tra la dirigenza ed il calciatore, per far capire che la società è sempre presente e a sua disposizione. Un sano dialogo tra allenatori, società e giocatori è necessario per la nostra idea di calcio, e permette ad ognuno di trarre degli input importanti su cui far leva per migliorare ancora.


Lei, in questo senso, può dare delle indicazioni importanti, visti i suoi trascorsi nel calcio professionistico:


È vero, ma io qui sono il primo a dover imparare tante cose, lo ripeto sempre. Conta la voglia che ciascuno mette nel trasmettere le nostre idee e il nostro calcio, non quanta esperienza un soggetto ha maturato ad un livello più o meno alto. Non smetterò mai di ribadire questa cosa. Solo così una squadra può cresce: non grazie all'apporto di una persona ma di un gruppo che sa ascoltare e ascoltarsi.



Le parole d'ordine del Signa?


Fiducia. E divertimento per quello che si fa. Non dimentichiamoci che il calcio è un gioco, ed un ragazzo deve vivere questo sport nella massima serenità e allegria. È quello che cerco di trasmettere sempre ai giovani, ovvero la voglia, il desiderio di allenarsi durante la settimana e di giocare il sabato o la domenica. Ovviamente abbiamo un occhio di riguardo anche per i risultati, sarebbe da ipocriti affermare il contrario, ma senza questo tipo di percorso alle spalle i risultati difficilmente arrivano.


È da considerarsi fondamentale questo aspetto per la crescita di un ragazzo?


Per crescere un giovane deve aver voglia di sacrificarsi, la voglia di fare un passo in più, la voglia di raggiungere un obiettivo. Noi come società vogliamo dare un'impronta ben riconoscibile del nostro lavoro, come qualcosa che accomuni tutte le squadre con cui abbiamo a che fare. In questa maniera si crea la mentalità giusta e si alza il livello dei vari gruppi. Abbiamo chiesto ai nostri ragazzi impegno e dedizione e ci stanno ripagando nella maniera giusta.


Per cosa si è differenziato il Signa negli ultimi anni?


Per essere stato costante e fedele alle proprie idee. Con il passare del tempo, passo dopo passo, sono state inserite persone in linea con la filosofia della società. Non c'è interesse personale in quello che facciamo, ma solo voglia di migliorare tutti insieme.