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    Faccio sentire la mia voce: a Calenzano decida l'assemblea dei soci

Qualcuno ha obiettato anche sul mio silenzio. In quella che ormai è diventata una lotta personale da cui mi sono tirato volentieri fuori. Anche in maniera 'schifata'. Mi sembra di essere tornato indietro negli anni e rivivo il tempo in cui mio padre voleva creare una grande società , ma forse era troppo avanti coi tempi per riuscirci. Quella che ora investe il Calenzano non ha nulla di moderno, di solidale, di sociale, anzi si carica di significati appiccicati come etichette. Una, due cordate, incontri, polemiche, discussioni. E un consiglio, quello della Folgor Calenzano, spaccato. àˆ inutile fare gli ipocriti, probabilmente come il paese, sicuramente come le forze politiche di maggioranza: nell'ultima votazione di ieri sera nell'ennesima (e inutile) riunione societaria 5 sà¬, 5 no, 1 astenuto, tutto con ordine del giorno: incontrare la cordata 2, quella dell'ultima ora. Si trascina tutto sul personale, si vedono i fantasmi degli anni '68-69, quelli in cui Silvano voleva spostare la sede dalla Casa del Popolo al Bar Gelli e voleva far entrare nella società  importanti imprenditori e personaggi del calibro di Gualchierani, Bardazzi e di tanti altri. Eppure anche in questo marasma sarebbe tutto semplice proprio per arrivare a una soluzione. Si convochi per la seconda volta, questa volta (se la prima non è stata cosଠma taccio su un punto che non conosco) con tutti i crismi della regolarità  (convocazione, raccomandata a tutti i soci, visione dei partecipanti se sono in pari con il pagamento delle quote, ecc., il tutto secondo lo statuto che ho contribuito a fare assieme a mio padre, primo presidente del Calenzano fondato nel 1966, e a Paolo Magnolfi) l'assemblea dei soci. Secondo le tessere fatte dovrebbero essere 59: questi, secondo statuto, diranno l'ultima parola sul futuro del Calenzano. E in quella sede, solo in quella, si ascoltino i rappresentanti delle due cordate, si valuti il loro peso economico, quello che hanno intenzione di fare in un lasso di tempo importante, si appuri se hanno quella visione che diviene decisiva per assegnare la società  e per fare quel passo decisivo verso la formazione di una srl (richiesto dagli eventi) e verso quella fusione fra prima squadra e settore giovanile che può anche essere rimandata al 2022 ma che deve essere la pietra miliare della nuova società . Se la scuola calcio e il settore giovanile sono la linfa vitale della società , la prima squadra è la storia del Calenzano e non può essere toccata. Che senso avrebbero gli investimenti che in maniera lodevole e importante ha fatto e sta facendo l'amministrazione comunale, che deve essere ringraziata negli anni per quello che è stata capace di fare? In base ai programmi e non alle emozioni, si voti. E si decida. Per come è andata, immancabilmente ci saranno vincitori e sconfitti. Ma si faccia chiarezza non verso l'opacità  ma verso il futuro. Non è il momento delle soluzioni pasticciate ma solo delle soluzioni condivise e rivolte al futuro. Sabato prossimo quando il consiglio si riunirà  nuovamente si metta in moto questo meccanismo virtuoso. Quello dell'assemblea dei soci. E non si trovino ulteriori motivi di frizione. Quando sarà  il momento, anche il cronista dirà  quello che pensa. Con quella forza che gli appartiene, con quell'amore verso il Calenzano, verso i rossoblù che ha sempre avuto, con quella vis polemica che ha sempre caratterizzato il suo pensiero. Il cronista è orgoglioso di aver preso posizioni anche scomode ma volte al bene comune. In questo momento il cronista è deluso dell'atteggiamento che in questa storia i più hanno avuto. Spero di non perdere l'amicizia a cui tengo ma di certo dirò quello che penso. Mi sembra di rivivere la stessa storia degli anni '68-69. Altro che difesa del territorio, questo è oscurantismo. Ma credete in me, questa è una storia che difficilmente avrà  un lungo futuro. Buon voto, se lo riterrete necessario, a tutti!
Alessio Facchini