È il massimo, o forse del massimo molto più. Lontano dal Lapenta quest'anno l'Affrico aveva faticato: fin qui in quattordici partite aveva ottenuto appena undici punti, e lo scarto con quelli disponibili spiega il divario dalla Sestese capolista. L'ultima trasferta alza la media, che comunque resta un po' sotto il punto a partita; e non era una trasferta banale: davanti c'era il Pontassieve reduce da sette vittorie consecutive, e intenzionato a prolungare la striscia nonostante la salvezza ormai raggiunta. Era una motivazione concreta; più concreta però quella dell'Affrico, che raggiunge il Fucecchio (ma è in svantaggio negli scontri diretti, ed è difficile che all'ultima giornata il Piombino riesca a favorire lo sgancio: probabile che la classifica finale dica quarto posto) e soprattutto si prende il diritto di difendere la coppa che detiene. Nonostante qualche assenza (indisponibili per ragioni diverse Benci, Andrei e Shehade, squalificato Vignozzi; centrale con Guerrini gioca Bartalini, inevitabile la difesa a quattro con Giannoni a destra e Conti a sinistra) che costringe Berchielli a inventare l'undici iniziale, è una ragione sufficiente per approcciare la partita alla perfezione: subito Guerra suggerisce che ha voglia di lasciare un'impronta e scalare posizioni in classifica marcatori, ma nelle prime due occasioni (non granché il tiro nel primo caso, murato il secondo) non riesce a pungere. Ci prova allora Biba con un paio di slalom che gli consentono d'arrivare in prossimità dell'area di rigore: il suo mancino chiama Balli alla prima parata della partita; segue la seconda su una punizione calciata da Conti, non angolatissima ma comunque potente. Il Pontassieve replica con qualche lancio per Lapo Bartolozzi, che prova a far salire la squadra ma si vede sempre disinnescato da Guerrini e Bartalini, e soprattutto con un paio di calci d'angolo rimasti senza esito nonostante qualche palpito; per il resto fino al 40' la partita si sviluppa sul duello godibilissimo tra Lorenzo Tellini e Niccoli, che battagliano proprio sotto la tribuna. Poi improvvisamente, mentre si dà per scontato lo 0-0 alla pausa, al 40' il punteggio si sblocca: pesa l'uscita sbagliata di Balli, che avventuratosi fuori area prima rinvia male e poi manca il pallone sul secondo tentativo; ne approfitta Guerra che, dopo averci provato di testa nel contrasto ravvicinato, si conquista lo spazio per calciare nella porta incustodita. È l'episodio decisivo, al quale il Pontassieve prova a reagire con qualche ritocco tattico: il principale ha a che fare con la posizione di Niccoli, che cambia fascia e da sinistra passa a destra; ma la difesa e Mugnaini neutralizzano tutti i traversoni con cui si chiudono i suoi sprint. Più pericoloso è l'Affrico con una ripartenza alimentata da Conti, sul cui lancio Casati strappa fino al fondo: impreciso nel controllo, col mancino Guerra punge meno di quanto rischia di fare a un quarto d'ora dalla fine, quando da metà campo inventa un pallonetto che dopo il rimbalzo a terra vola d'un respiro sopra la traversa. Il punteggio dunque resta aperto, ma solo virtualmente: l'Affrico non rischia niente, e s'appresta a chiudere di rincorsa la stagione regolare. È quasi tempo di coppa, l'appuntamento che l'anno scorso completò una primavera fantastica. Calciatoripiù : la partita la decide Guerra , che merita il premio di migliore in campo; funziona bene anche l'intero pacchetto difensivo (Giannoni e Conti i terzini, Bartalini e Guerrini i centrali), protetto efficacemente da Biba fin quando prudentemente Berchielli, che lo vede stanco e lo sa ammonito, decide di sostituirlo. Anche le sostituzioni premiano l'Affrico: Vaggioli e La Greca , in campo rispettivamente per mezz'ora e venti minuti, suggeriscono che dai 2008 si può attingere con qualità, ora e nel futuro non poi così remoto.
Il 5 ottobre, cinque le partite alle spalle, un epilogo così era impensabile: ancora inchiodato a zero, il Bibbiena sembrava condannato ad abbandonare rapidamente l'élite. A distanza di sei mesi esatti la prospettiva s'è capovolta: diventa inutile l'ultima partita, inutile col sorriso, già ufficiale la salvezza. Era facilmente pronosticabile dopo la scorsa giornata, in tutto l'anno l'Atletico Piombino ha conquistato tre punti soltanto, ma impossibile da ipotizzare anche solo un mese fa; tanto più risalta l'impresa d'Alessandro Regina alla prima esperienza in categoria, della dirigenza che non l'ha mai messo in discussione anche quando tutto sembrava andare male, d'una rosa che dopo ogni curva s'è scoperta più forte e sulle nuove certezze ha costruito la rimonta. L'emblema è Filippo Giorgioni, il bomber, che impiega appena sette minuti per sbloccare la partita della Magona d'Italia (0-3 il punteggio, alla fine del primo tempo sarà doppietta): il filtrante di Vignali lo libera davanti a Gasperini, battuto con un'esecuzione gelida. Al quarto d'ora o giù di lì la partita è già decisa, il verdetto in allegato: Moncini carica il mancino dalla distanza, e da lì segna la rete del raddoppio. Lo 0-3 alla fine del primo tempo sigilla la pratica: segna di nuovo Giorgioni che, di nuovo liberato davanti a Gasperini da un filtrante stavolta di Goretti, trova la porta in due tempi dopo la prima parata. La ripresa è una via di mezzo tra un insieme di doveri e una formalità: concentrato soprattutto sul conto alla rovescia per l'ultimo fischio di Guarguaglini, il Bibbiena gestisce il triplo vantaggio senza farsi male; e poi esulta, esulta come se avesse vinto il campionato, esulta perché un po' è come se il campionato l'avesse vinto davvero.
Il viaggio sta per finire, e per l'Arezzo Academy ci sta che la stazione finale non sia quella desiderata. La sconfitta di misura contro la Floriagafir, cui adesso basta un punto (occhio però: davanti ci sarà la Sestese, che questo campionato vuole stravincerlo) per prendersi una clamorosa qualificazione in coppa lasciando fuori il Fratres Perignano, rende drammatica la classifica: solo una combinazione di risultati ben precisa (vittoria a Maliseti; mancata vittoria del Firenze Ovest col Bibbiena; sconfitta della Lampo col San Giuliano) varrà l'approdo allo spareggio, il miglior risultato a questo punto ipotizzabile. Pesano di nuovo le assenze (Magnanensi deve fare a meno di cinque titolari: Bizzi, il quinto dopo Tlili, Rovetini, Bidini e Lachi, va in panchina senza esser davvero disponibile); e come col Bibbiena pesa un episodio, che a quattro minuti dalla fine decide la partita: è Manetti a rendere elettrizzante il finale di stagione della Floriagafir e a dare la penultima spinta all'Arezzo Academy, che nel primo tempo aveva provato a rendersi pericoloso con un'incursione di Gallorini neutralizzata da Ceccuti. Cresciuta dalla fine del primo quarto in poi, la Floriagafir replica con un diagonale scagliato dal mancino d'Ermini (pallone a lato d'un metro e mezzo) e un colpo di testa di Matteuzzi, che liberato da una rimessa laterale profonda appoggia il pallone a Regini. I ritmi alti della seconda metà del primo tempo lasciano spazio a una ripresa diversa, nella quale a lungo le squadre s'interrogano sulla strategia migliore per sfondare: appena entrato ci prova Baglioni, che a un quarto d'ora dalla fine saggia di nuovo i riflessi di Ceccuti. È troppo poco per far male alla Floriagafir, che per vincere la partita attende l'86': con l'aiuto del palo segna Manetti, che dal fronte sinistro dell'area calcia piano ma angolatissimo sulla sponda di Giannone splendido nel ripulire la punizione profonda di Meini. Su questo tiro gira la partita, e forse la stagione d'entrambe le squadre: se lo augura Bertuccio, non Magnanensi ancora aggrappato alla prospettiva d'una partita secca in campo neutro. Chissà che cartello c'è alla prossima stazione. Calciatoripiù: Sarr, Papini (Arezzo Academy), Meini, Lenzi (Floriagafir).
Talvolta vivere un campionato da neopromossi è niente più d'uno stato mentale. Mai ha rischiato lo Sporting Cecina, che s'appresta a chiudere nella prima metà della classifica il suo primo campionato d'élite in categoria (nelle altre è un habitué, e lo sarà anche la prossima stagione); prima di cambiare allenatore invece a lungo ha rischiato il Forte dei Marmi, che però nonostante le turbolenze esterne (è stato un anno di rivoluzioni nella dirigenza) da quando c'è Tedeschi viaggia con una media da coppa, o giù di lì. Era difficile dunque che il confronto diretto finisse con un risultato diverso dal pareggio: il 3-3 finale lascia divertito il pubblico, che ha visto entrambe le squadre alternarsi nel vantaggio. Per due volte nel primo quarto d'ora lo trova il Forte dei Marmi: protagonista d'entrambe le reti è Passalacqua, che al 7' segna lo 0-1 calciando in porta il pallone servitogli dalla rimessa di Simonini senza che ci sia bisogno della spizzata di Federigi; poi si vede correggere in rete dalla testa di Di Sacco la girata volante innescata dal traversone di Deda che a destra s'era sovrapposto a Casani (15'). Cento secondi prima lo Sporting Cecina aveva pareggiato per la prima volta con Di Tanto che, accentratosi sul mancino, aveva imbullettato il pallone all'incrocio. Per il secondo pareggio c'è bisogno d'attendere qualche azione in più, anche se poi non così tante: corre infatti il 24' nel momento in cui Tei, in posizione sospetta, raccoglie il tiro di Ciampi respinto da Matteo Pucci e da tre passi segna il 2-2. Tre minuti più tardi lo Sporting Cecina completa la rimonta provvisoria: Ciampi, che della rete precedente bramava la paternità, stavolta decide di tagliar fuori Matteo Pucci con l'unica giocata possibile, un pallonetto da fuori area valido per il 3-2. È il parziale su cui si va alla pausa, dopo la quale pareggiare spetta al Forte dei Marmi, di nuovo con un'azione fantastica: in diagonale la finalizza Casani, innescato a destra dal filtrante di Bertuccelli rapidissimo nella verticalizzazione dopo aver recuperato il possesso sulla trequarti. Alla fine manca poco meno di mezz'ora, tempo che entrambe le squadre provano a sfruttare per vincere: non ce la fa lo Sporting Cecina, né con le ripartenze di Londi né soprattutto col tiro di Hadji che sulla combinazione con Di Tanto manda il pallone a sbattere sulla faccia interna d'entrambi i pali, la linea di porta come binario; e non ce la fa il Forte dei Marmi, perché Frati ritiene Casani in fuorigioco (decisione dubbia, ma dubbia dubbia) e non convalida la rete del possibile successo. Il rammarico è legittimo, ma s'esaurisce con l'ultimo fischio: tutto si digerisce meglio dopo una stagione nata piena di problemi e finita in carrozza. Calciatoripiù: Passalacqua, Casani (Forte dei Marmi), Ciampi (Sporting Cecina).
È sempre questione di punti di vista. Al Fucecchio lo 0-0 va bene, e pazienza se ufficializza il secondo posto della Lastrigiana, se vale l'aggancio dell'Affrico: basterà vincere contro l'Atletico Piombino, non un'impresa possibile, per chiudere al terzo posto. Al Fratres Perignano tanto bene invece non va: salgono a tre i punti di distacco dalla Floriagafir, con cui battaglia (ed è clamoroso che la insegua, così lontano, dopo averla ampiamente battuta negli scontri diretti: 0-4 all'andata, 3-0 al ritorno) per l'ultimo posto in coppa; all'ultima giornata non basterà vincere a Forte dei Marmi, sarà necessario anche il successo della Sestese al Grazzini. D'una configurazione più dolce sarebbe stato possibile accontentarsi se Dennis Carrai avesse centrato lo specchio anziché i legni: nella prima mezz'ora si contano prima un palo e poi una traversa. È l'unico frangente nel quale il Perignano può giovarsi della superiorità numerica dovuta all'espulsione (reazione, evitabile) di Mazzoni; poco dopo la mezz'ora segue quella di Venturin, punito da Barsotti per due falli di gioco. Del nuovo equilibrio si giova il Fucecchio, che chiude il primo tempo all'attacco: passa da una punizione di Matteo Paradiso, alzata da Mazzetti sopra la traversa, l'occasione migliore per il vantaggio. Per registrarne un'altra, l'unica della ripresa nella quale il Perignano trova sempre meno spazi e più fatica a far circolare il pallone, bisogna attendere l'83': il pallone buono per il successo capita a Gjoni, che s'inserisce in area e calcia, di nuovo ostacolato da Mazzetti. È lui, il portiere classe 2008, una delle note migliori: oltre al futuro prossimo, e pazienza se in coppa non entrerà, il Fratres Perignano sta già pensando alla nuova stagione. Calciatoripiù: D. Carrai (Fratres Perignano), Berhoxha, Cei (Fucecchio).
Perde, ma sorride; sorride perché oltre a lei hanno perso anche l'Arezzo Academy e il Firenze Ovest, e dunque affronterà l'ultima giornata da una posizione di vantaggio, costretta a concentrarsi soltanto su quello che accadrà contro il San Giuliano. Perde la Lampo al Torrini, perde perché la Sestese ha voglia di conquistare il maggior numero di punti possibili e di restare calda in vista delle finali scudetto; perde nonostante la rete in avvio, la rimonta abbozzata e l'assalto finale, durante il quale in porta c'è Patrignani (Giusti s'infortuna, ed è costretto a uscire a cambi finiti); perde anche se parte benissimo, e dopo cinque minuti passa con Notarelli che sulla ripartenza alimentata da Vitolo rientra sul destro e chiude il rasoterra sul primo palo. Lo 0-1 la Sestese lo considera un oltraggio, e alla fine del primo quarto lo neutralizza: segna Vilcea, che calamita il pallone uscito da una mischia dopo un angolo calibrato dal gran mancino di Geri e col destro di controbalzo lo schianta in porta. Come in avvio l'equilibrio dura pochissimo, ma stavolta perché si spezza nell'altro verso: il 2-1 lo segna Christian Capecchi, che dopo aver preso il tempo alla difesa su un lungo lancio della mediana anticipa l'uscita di Lusha, troppo fermo, e deposita il pallone nella porta incustodita. Per il 3-1 che sembra chiudere la partita è sufficiente attendere l'avvio della ripresa: Damiani esagera nel contrastare Fiorentino, che si conquista e trasforma (mancino rasoterra incrociato, esecuzione perfetta) il rigore concesso da Sgaramella, e finalmente si prende la testa solitaria della classifica marcatori. La Lampo però lotta per la sopravvivenza (c'è qualcosa di più nobile?), e in avvio dell'ultimo quarto riapre la contesa: per la dodicesima volta in stagione segna Febbe, che raccoglie un primo tiro respinto da Giusti e con una volée dal limite dell'area riporta la Sestese a tiro. Il 3-2 tiene la partita aperta fino alla fine dei sei minuti di recupero, nei quali dopo già cinque regolamentari la Lampo beneficia della superiorità numerica; ma né Febbe né Notarelli né Dianda, spostato a fare il centravanti, riescono a battere Patrignani, che nel curriculum d'una stagione esaltante può aggiungere una decina di minuti da portiere. La Lampo dunque perde; ma anche se perde le scappa un sorriso: se batterà il San Giuliano sarà salva alla fine del primo anno nell'élite; e alla peggio un pari le consentirà di rimandare il verdetto. Calciatorepiù : bomber favoloso, a una giornata dalla fine Fiorentino (Sestese) vola in testa alla classifica marcatori.
S'è già presa più punti dell'anno scorso; e di sicuro chiuderà seconda, seconda di sicuro. La Lastrigiana sa già come finirà la stagione con lo scudetto sulla maglia, concreto l'obiettivo di farsi largo in coppa: partirà da una posizione di vantaggio, Floriagafir o Perignano l'avversaria, La Guardiana come scenario. Partirà da una posizione di vantaggio, e non è l'unico motivo che legittima l'esultanza rabbiosa dopo lo 0-1 inflitto al San Giuliano: dietro la Sestese dei record, la Sestese che già a Natale aveva ammazzato il campionato e alla quale la Toscana intera augura il replay nelle finali nazionali, c'è lei. Il messaggio è trasparente: non c'è stato niente d'estemporaneo nella (doppia) vittoria dell'anno scorso, niente d'improvvisato, tanta programmazione; dunque è lecito, o forse doveroso, pensare con ottimismo al prossimo settembre. Quest'ottimismo il San Giuliano ha provato a sbreccarlo almeno un po', e per tutto il primo tempo s'è fatto preferire sul piano della manovra; ma se s'escludono un tiro di Mazzoncini murato sulla linea (10') e due tentativi senza esito dal limite dell'area (calcia a lato Tararà dopo la combinazione con Tommaso Papini; centrale Chelucci, facile la parata di Chiarello) non riesce a costruire pericoli autentici. Come a Cecina la Lastrigiana inizia sottotono, e deve attendere la fine del primo quarto per provare a pungere Ria, salvo senza sudare sia sull'incursione di De Pascalis liberato allo stacco canonico su calcio d'angolo sia sul diagonale di Baldini, che manca lo specchio. Le premesse rendono inevitabile lo 0-0 alla pausa, dopo la quale la partita cambia: il San Giuliano cala, perché anche se non ha capitalizzato ha corso tantissimo; e la Lastrigiana viene fuori, tanto fuori da sbloccare il punteggio al primo vero assalto: segna Baldini, che incrocia sul secondo palo il diagonale favoritogli dallo sprint di Pezzano sulla corsia sinistra. In svantaggio senza troppo demeritare, il San Giuliano si deprime e due volte rischia di subire il raddoppio: lo salvano Ria, che s'oppone a Canale sulla sponda di Martini, e la mira di Baldini, che dal limite dell'area stavolta calcia sopra la traversa. Il punteggio dunque resta in bilico, e allo scadere la Lastrigiana rischia di farsi agguantare; ma né Buzzanca, che da cinque metri calcia alto, né Chelucci, che svirgola il pallone recapitatogli intorno al dischetto dall'angolo di Sciarrone sporcato da una mischia, la condannano. E dunque ormai è certo: la Lastrigiana chiuderà seconda, seconda di sicuro. Calciatoripiù: Andreotti-Di Martino , la coppia di centrali scelta da Nuti in assenza di Galletti convocato con la prima squadra, protegge a lungo la porta del San Giuliano, che cade solo sull'unghiata di Baldini al quarto d'ora della ripresa; sull'altro fronte ugualmente bene difende Finelli , che da qualche settimana s'è preso la titolarità e con gran merito la sta conservando.
C'è un tratto paradossale nel 4-7 con cui il Firenze Ovest esce battuto dal Maliseti: nonostante una sconfitta così grave, peraltro mai in discussione (0-4 il parziale alla pausa), la corsa è ancora aperta. Restano infatti due i punti di distanza dalla Lampo: dunque una vittoria in casa del Bibbiena già salvo potrebbe raddrizzare una stagione al momento drammatica. Ovviamente vincere non basterà: sarà tutto vano se il San Giuliano uscirà battuto da Lamporecchio. È il destino di chi rincorre: non può fare affidamento solo su sé stesso. Da tutte queste dinamiche sta fuori il Maliseti, che ormai assestatosi a centro classifica (la coppa è ufficialmente andata, ma s'era intuito già da settimane) affronta la partita con la serenità di chi può giocare senza pressioni: è quasi inevitabile che dopo tre minuti il punteggio cambi già; è merito di Graziano, che dall'interno dell'area di porta devia in rete il traversone rasoterra di Dardha sceso a destra fino all'ultima linea. Nei minuti che accompagnano al quarto d'ora s'incastona la reazione del Firenze Ovest, pericoloso con Berti cui s'oppone Naselli; sull'altro fronte cade invece Willy Wang, alla prima da titolare dopo tempo immemore (scelta obbligata: squalificati sia Ciappelli sia Seferi), sulla girata di Dardha che calcia all'angolo dopo aver protetto il pallone al limite dell'area. La provvisoria doppietta (nella ripresa aumenterà d'un terzo) prende forma alla fine del primo tempo con una punizione dal limite diretta all'incrocio; si stava già 0-3 a causa di un'altra doppietta, quella di Graziano, che di testa da tre metri spinge in porta il traversone di Kola. Al Firenze Ovest l'avvio della ripresa lascia presagire la catastrofe: in dieci minuti le doppiette diventano due perché Arcioni, entrato all'intervallo, segna lo 0-5 con un diagonale dal limite dell'area e lo 0-6 con un tiro-cross da sinistra letto male da Wang. Poi, comprensibile, il Maliseti si rilassa e nel giro di poco concede due reti al Firenze Ovest: vanno a segno prima Berti dalla distanza e poi Ermini, il cui movimento la difesa legge male. Sulla partita però Dardha ha voglia di lasciare un segno ancora più marcato; e, dopo aver colpito un palo, con un'altra girata dal limite dell'area sorprende Wang, di nuovo non irreprensibile. Servono soltanto alle statistiche la seconda rete personale d'Ermini e la punizione, spaziale e inutile, di Fabbri per il 4-7 finale. Ora davanti al Firenze Ovest s'aprono giorni complicati: salvare la categoria è ancora possibile; ma duro, durissimo. Calciatoripiù: Graziano e Arcioni segnano una doppietta a testa, Dardha (Maliseti Seano) una tripletta.