Ha un peso rilevantissimo per un milione di motivi. Il primo è immediatamente evidente: dopo la sconfitta col Bibbiena, la rincorsa alla Sestese è ripartita. Il secondo è l'unica consolazione per il San Giuliano, che interrompendo la striscia di cinque risultati buoni perde l'imbattibilità interna: al Bui, anche se stavolta si gioca sul sintetico del sussidiario, vinceranno in pochi. Solo a fine stagione ci s'accorgerà davvero di quanto quest'1-2 avrà contato; non c'è bisogno d'attendere fino allora per capire che con Piccirilli il Fucecchio ha pescato benissimo. Si calcolano rapidamente (con lui giusto Termini, fuoriclasse, Patrignani, fuoriclasse, Zampardi, Hadji) i 2007 capaci di lasciare un segno così netto sulle prime sette giornate d'un campionato complicatissimo; per la quarta rete stagionale gli è sufficiente attendere otto minuti e l'incomprensione tra Ria (stavolta gioca lui; in panchina anziché Mobono c'è Ruglioni) e Galletti sul rinvio lunghissimo di Gabriele Gori: inserimento a impedire che il retropassaggio corto arrivi a destinazione, dribbling, 0-1. Per rimontare lo svantaggio a freddo il San Giuliano deve rivoluzionare l'atteggiamento base: ora anziché far sfogare il Fucecchio per poi infilarlo verticalmente deve provare ad aggirarlo; più che una strategia è un'impresa disperata contro la squadra che schiera la miglior difesa stagionale (appena quattro le reti subite fin qui; saliranno a cinque solo alla fine della ripresa). Sia Buzzanca sia Papini sia le mezzali ogni volta che provano a inserirsi rimbalzano contro Pagni e Berhoxha, che al 35' ipoteca il successo: la mezza incertezza di Ria, che non esce sull'angolo di Matteo Paradiso anche se il pallone gli scorre davanti per tutta l'area di porta, gli consente di colpire di testa a botta sicura, e di portare a due le reti di vantaggio. Dunque non c'è spazio per le speranze del San Giuliano, spente definitivamente da Gabriele Gori con l'uscita vincente su Alessandro Paoli in avvio di ripresa: fino all'ultimo quarto d'ora si contano soltanto occasioni per il Fucecchio, pericoloso soprattutto con Piccirilli che dopo aver colpito il palo sbatte sulla parata di Ria; fanno la stessa fine due iniziative di Gjoni, prima sottoporta e poi dal limite da dove calcia sbilanciato dopo due dribbling e mezzo fallo. Se ci s'aggiunge il colpo di testa di Pagni, a lato (Ria non esce di nuovo) sull'ennesimo angolo che evidenzia le difficoltà del San Giuliano in occasione delle riprese di gioco, si capisce come mai il doppio vantaggio calzi stretto al Fucecchio; e come mai l'1-2, che Tommaso Papini segna sfruttando una deviazione sottoporta sulla sua punizione da lontanissimo (Gabriele Gori era già partito, a proteggere la porta dalla vecchia traiettoria), gli faccia balenare oscuri presagi. A renderli concreti potrebbe essere Marco Mariani, che subito prima della rete aveva mancato il palo di dieci centimetri con un tiro secco dal limite dell'area: stavolta da sei metri cerca la mezza rovesciata, murata da una difesa che si conferma strepitosa. Calciatoripiù : balla dietro e fatica davanti; ma in mediana, merito di Antoni e Chelucci , a lungo il San Giuliano si fa preferire. Le sue difficoltà però esaltano le doti dei leader del Fucecchio: oltre a segnare una rete a testa Piccirilli e Berhoxha incantano.
La seconda molla per costruire imperi è la voglia di riscatto (la prima è sempre la solita: ha tutto a che fare con l'amore). Per com'era finita la scorsa stagione la candidatura ad antiSestese era quasi scontata; per com'era iniziata questa, sconfitta all'esordio a Maliseti e soprattutto sconfitta nello scontro diretto, il Fratres Perignano sembrava destinato a un campionato da comprimario. Ma il mulinello in cui sono finite le rivali, che nei primi scontri più o meno diretti hanno già perso qualche punto pesante, lo rilancia: insieme alla Lastrigiana scudettata, a quattro punti dal vertice, in seconda posizione c'è lui. Lì lo trascina la terza vittoria consecutiva, l'1-2 su un campo complicatissimo come quello dell'Arezzo Academy che deve ancora registrare la linea difensiva (ma Magnanensi, squalificato per due giornate e sostituito in panchina da Giulio Mannelli, ci sta lavorando): dodici reti subite in sette partite, media vicina a due, sono troppe; lo sono soprattutto se non si può contare su un centravanti tradizionale. Ce l'ha invece il Fratres Perignano, che su Hoxha poggia il primo mattoncino su cui costruire il successo: è lui a calciare di prima dall'arco che invita all'area, lui a convertire in rete la prima occasione dell'incontro quando il cronometro di Lila non ha ancora completato i primi tre giri. Dunque si complica subito la partita dell'Arezzo Academy che, triste abitudine, una volta subito lo svantaggio comincia a giocare: sulla trequarti arriva facilmente; ma per provare a violare la difesa avversaria deve attendere quasi lo scadere e una punizione dal fronte offensivo: la calcia Sovieri verso l'area di porta per il colpo di testa di Gallorini, neutralizzato da Becherini con un gran tuffo in angolo. Il vantaggio del Fratres Perignano all'intervallo è comunque legittimo: due volte Ferrari e poi Timothy Mariani avevano avuto a disposizione il pallone buono per il raddoppio. Visti retrospettivamente, gli errori sottoporta rischiano di costare molto: al riavvio l'Arezzo Academy conquista subito un calcio d'angolo, sul quale Sarr chiede a Bacis il triangolo corto; il cross che ne segue scende nella zona di Marmorini, che al volo segna l'1-1. Il nuovo punteggio non trasforma però l'anima della partita, bloccata per più di mezz'ora; l'Arezzo Academy cerca di rompere l'equilibrio con la percussione di Murgoci, ma a cinque minuti dalla fine si ritrova di nuovo in svantaggio: pesa l'errore di Marmorini, che cestina quanto aveva costruito nell'area avversaria leggendo malissimo un traversone laterale di Lupi, e servendo Ferretti anziché scaricare su Regini: è inevitabile che da lì venga l'1-2. Per pareggiare un'altra volta non c'è più tempo; e anche se ci fosse sarebbe complicatissimo contro una squadra che in difesa non concede quasi niente: metà esatta delle otto reti totali l'ha subita dalla Sestese; nessuna delle altre sei avversarie è riuscita a bucarla più d'una volta. C'è motivo di sperare in un finale diverso da quello tragico dello scorso aprile. Calciatoripiù : davanti alla difesa Broccatelli (Arezzo Academy) sfodera un'altra prova eccellente, e sfida Dennis Carrai in un duello entusiasmante. Finirebbe pari, come l'intera partita, se entrando dalla panchina Ferretti (Fratres Perignano) non trovasse la seconda rete consecutiva.
La prima vittoria stagionale sfugge per poco: solo al 90', e solo su autorete, il Bibbiena si vede raggiungere sull'1-1 dal Forte dei Marmi, e perde l'occasione d'abbandonare la penultima posizione in classifica. Avevano a lungo funzionato le mosse di Regina che, costretto a fare a meno di Goretti e Moncini ancora fermi ai box dopo la battaglia di Fucecchio, cambia assetto tattico passando a un 4-2-3-1, contro il quale fatica il 4-3-3 avversario. L'avvio della gara fa però registrare una prevalenza territoriale del Forte dei Marmi, che si preferire per geometrie e intensità. Bisogna attendere il 10' perché il Bibbiena cominci a uscire dal guscio e ad applicare i dettami tattici di Regina, muovendo veloce il pallone e cambiando rapidamente fronte di gioco. È così che al 22' una splendida combinazione ripetuta con Bandelloni porta Luca (ma quanto sta crescendo questo ragazzo?) a un cross tagliatissimo: è un grande invito per l'accorrente Grifagni, che da centro area colpisce di testa a botta sicura schiacciando il pallone di fronte a Pucci, splendido nella risposta col piede. Dall'altra parte Santini si dimostra non da meno rispondendo a Casani, che aveva provato a iscriversi alla gara con una girata in mischia. Il Bibbiena però viaggia sciolto, e al 32' torna a farsi pericoloso con un'incursione laterale di Bimbocci: sul suo cross si avventano un po' tutti, capitan Palla dirime mandando in angolo. È l'ultima emozione del primo tempo: 0-0 il parziale all'intervallo. L'inizio del secondo tempo ricalca quello del primoavvio: il Forte dei Marmi prova a prevalere, il Bibbiena si rintana in difesa, pur senza rischiare. La sveglia la suona Ragazzini con un bolide rasoterra da venticinque metri: Pucci è ancora bravo a distendersi e intercettare con la punta delle dita. Ma il Bibbiena è in crescita, e i movimenti di Bandelloni e la qualità di Grifagni costringono gli ospiti a difendersi in affanno; si giunge così al 70', quando sull'iniziativa di Bandelloni il pallone giunge a Grifagni, steso da Nani dopo esserselo bevuto. È rigore: della battuta s'incarica il cecchino Giorgioni che non fallisce. In svantaggio, il Forte dei Marmi si riversa in avanti; ma il fortino di Regina sembra inattaccabile. L'occasione più propizia per il pareggio capita sui piedi di Carpentieri dopo due errori di Bertocci, che prima non fischia un fallo su Ragazzini e poi non rileva un fuorigioco: lo salva Santini, che sfodera un'altra parata eccezionale. Sembra fatta per il Bibbiena, ma il destino ha deciso diversamente: al 90' l'involontaria deviazione di testa di Ragazzini, il migliore in campo, Ragazzini, corregge sotto l'incrocio la punizione calciata centrale da Marcucci. Raggiunto l'insperato pareggio, il Forte dei Marmi prova a far propria la posta; ma sono le ripartenze di Bonelli e Grifagni a portare il Bibbiena vicino al meritato successo. Gli gira però tutto storto: il culmine si registra al 93' quando Bertocci, colpito da un crampo, interrompe un contropiede di Grifagni rimasto uno contro uno con un difensore ospite. Episodio non commentabile. Termina così, in maniera inusuale, un incontro giocato in maniera corretta dalle due squadre anche se diretto in maniera molto naïf. Calciatoripiù: Ragazzini, Santini, Grifagni, Luca (Bibbiena), Palla, Marcucci e Pucci (Forte dei Marmi).
Gianni Brera, uno dei più grandi giornalisti sportivi, sosteneva che se una partita è ricca di gol non necessariamente è bella, ma certamente è condizionata da molti errori delle difese: se si guarda al 5-4 tra Firenze Ovest e Atletico Piombino la prima considerazione risulta vera in parte, mentre la seconda è centratissima: se tutte le occasioni fossero state trasformate la gara sarebbe terminata con almeno una quindicina di gol, cifra arrotondata per difetto. Quella del Firenze Ovest affidato ad Alessandro Rivi, che dunque parte col successo, è una vittoria importante e soffertissima: la squadra è buona, perché a problemi evidenti in fase difensiva (d'altronde l'elevato numero di gol subiti ne è testimonianza) associa un centrocampo ben assortito tra elementi tecnici e da battaglia che danno sufficienti garanzie di tenuta, e un attacco decisamente ottimo, in grado di andare con facilità a concludere in porta. Che poi tutto questo basti per raggiungere l'obiettivo della salvezza è difficile da pronosticare; ma prestazioni come questa lasciano davvero ben sperare. Prima di questa giornata l'Atletico Piombino, fin qui sempre battuto, aveva realizzato solamente due reti, evidenziando chiare difficoltà nel reparto avanzato. In questa occasione però è sembrato una squadra viva, gagliarda, con ottime individualità nella parte centrale dello schieramento, ma sicuramente da registrare in quello difensivo: è difficile vincere le partite lasciando agli avversari una decina di possibilità di andare in rete. Già al 2' il Firenze Ovest sfiora il vantaggio con Giardini, ma il suo tiro subisce una deviazione e termina di poco fuori. Per l'1-0 comunque basta attendere il 9': segna Ermini, con un mancino preciso e forte a rientrare sul palo lontano dopo lo stop di destro. Ma l'1-0 dura appena tre minuti: con un'azione personale palla al piede per quaranta metri Insolia arriva sulla linea di fondo e confeziona un assist per Regoli che con irrisoria facilità, da non più di cinque metri dalla linea di porta, deposita in rete. Al 21' la situazione si ribalta con il vantaggio ospite: è merito di El Bouhlali, che anche lui palla al piede copre una quarantina di metri, salta un paio di avversari, e lascia partire una gran sassata: il pallone sbatte contro il palo interno e finisce in rete. L'1-2 arriva un capitolo segnato dal predominio territoriale del Firenze Ovest, che però non riesce a essere particolarmente pericoloso. Al 38' l'Atletico Piombino reclama un rigore per un possibile fallo subito da Piazzesi all'interno dell'area; ma il direttore di gara - tra qualche dubbio - lascia proseguire. Dopo un minuto Ermini invita Giardini alla conclusione a rete da buona posizione: tiro imperfetto, tutto sfuma. Al 41' si verifica più o meno la stessa dinamica, ma con esito diverso: Ermini serve Giardini, che da una decina di metri, fa centro con un gran tiro. È il 2-2. Le emozioni di un primo tempo pazzesco non sono finite: al 44' un traversone dalla parte sinistra del campo trova sul secondo palo Ermini, che solo davanti al portiere non sbaglia la finalizzazione. È il 3-2 che manda le squadre alla pausa. Il riavvio vede il Firenze Ovest proteso in avanti nel tentativo di chiudere la contesa. Al 47' Matteo Buti ferma con i piedi un'azione personale di Baluganti, che aveva cercato il primo palo; passano centoventi secondi e l'Atletico Piombino pareggia, con merito ma a sorpresa: Piazzesi vede Ciappelli fuori porta e da distanza siderale lascia partire un pallonetto che finisce la sua corsa in fondo alla rete. Al 50' ecco arrivare addirittura il 3-4, con un diagonale di prima intenzione da parte di Insolia che da oltre 35 metri trova il sette rendendo vano l'intervento di Ciappelli. La partita potrebbe chiudersi definitivamente al 52': da distanza ravvicinata Regoli calcia al volo in porta un traversone basso proveniente dalla destra, ma un intervento d'istinto di Ciappelli salva il risultato. Si prosegue senza un attimo di sosta: al 58' Giardini controlla un lancio lungo della propria difesa e salta Matteo Buti uscito in maniera avventata, ma non fa in tempo a raggiungere il pallone per appoggiarlo in rete. Si vola subito dall'altra parte: con una grande azione personale Regoli percorre una trentina di metri palla al piede senza essere contrastato, e giunto a tu per tu con Ciappelli calcia bene in porta; ma il pallone incoccia in pieno il palo e ritorna in campo, ed El Bouhlali fallisce il tap-in vincente. La gara gira qui: al 76', al termine di una mischia furiosa e prolungata, Giardini segna il gol del 4-4 con un tocco da brevissima distanza. La partita s'accende, e l'arbitro (direzione senza dubbio buona, finale a parte) è costretto a estrarre ripetutamente il cartellino giallo per frenare il surriscaldamento degli animi; al 84' c'è spazio per un'azione personale di Salvadori che salta un paio di avversari sulla linea laterale e, una volta giunto in posizione di sparo, conclude bene in porta, ma il suo diagonale non sorprende Matteo Buti. Il 5-4 prende forma proprio allo scadere: Giardini triangola con Ermini, che con una gran sassata fa secco Matteo Buti. È l'ultima emozione: Serpentoni assegna cinque minuti di recupero, e al 95' fischia un calcio di punizione a favore del Piombino, poco oltre la metà campo. Un calciatore ospite si incarica della battuta, ma un avversario allontana il pallone; allora il primo in fretta s'incarica di recuperarlo per posizionarlo nel punto esatto; una volta sistemato il tutto, tra le proteste degli ospiti e un pizzico di sorpresa generale, l'arbitro dichiara la fine senza fare riprendere il gioco, mostrando platealmente l'orologio e segnalando che il tempo che era già scaduto. Ne risulta favorito chi aveva allontanato il pallone. Che bisogno c'era di fischiare fallo di gioco se la partita era finita? Piccolezze, certo, a margine di una gara che con nove gol ha vissuto di emozioni forti. Prosit. Calciatoripiù: Ermini è dotato di eccellenti fondamentali; oltre a realizzare tre gol è sempre illuminante nelle giocate. Decisamente fuori categoria, il migliore in campo di gran lunga. Giardini , ottimo nel portare avanti il pallone, è bravo anche nel passaggio e nel vedere la porta. Baluganti (Firenze Ovest) è abilissimo nell'uno contro uno; dà geometrie al gioco, sempre pericoloso dai 16 metri. Insolia faro di centrocampo, tecnico, catalizza tutti i palloni che passano dalle sue parti. Oltre a fornire gli assist vincenti, realizza una rete da applausi. Regoli, gran combattente, tiene in apprensione da solo tutta la difesa di casa; puntuale in zona-gol. Bravo con il pallone tra i piedi e in ricezione, Piazzesi realizza un eurogol.
Ripescata tardi, segnata dal cambio d'allenatore dopo una giornata appena, la Lampo Meridien sembrava destinata a una stagione complicatissima. Illusi, illusi i suoi nemici: col Pontassieve, che non sta vivendo un gran momento (appena cinque i punti conquistati: equivalgono al terzultimo posto, solo Bibbiena e Piombino alle sue spalle), vince la seconda partita in campionato, e dopo il pari beffardo della Guardiana porta a due di fila i risultati buoni. Per indirizzare questo verso il 3-1 finale ha bisogno di otto minuti appena: la difesa del Pontassieve si fa infatti prendere in controtempo da un pallone profondo messo dentro dall'esterno, e lascia solo Tommasi che da posizione centrale non ha problemi a trasformarlo nell'1-0. Sembra l'avvio tipico di una delle mille gare del fine settimana, e invece cento secondi più tardi il cronometro s'interrompe per restare fermo a lungo: bisogna far soccorrere Paolieri e Deja, che s'infortunano dopo uno scontro aereo. Ripartire dopo lo stop è complicatissimo; apparentemente riesce meglio al Pontassieve, che si porta al tiro con Del Zotto: gli s'oppone Dianda col braccio largo, e costringe La Macchia a fischiare il rigore che Lapo Bartolozzi trasforma nell'1-1. Ma l'apparenza si dissolve quattro minuti più tardi: di nuovo troppo statica, sul traversone di Tommasi da sinistra la difesa del Pontassieve si scorda di marcare Febbe, che da cinque metri s'allunga quanto basta per spingere il pallone in porta. Gli episodi che seguono sono già un'anticipazione della condanna: dopo aver perso il contrasto di testa Mazzuoli trattiene Febbe lanciato a rete, e si fa espellere da La Macchia; e, facendoselo parare da Samuel Meini, Capanni fallisce il rigore del possibile pareggio (punito il fallo di Nikaj su Del Zotto). Nonostante l'inferiorità numerica e il rammarico per aver fallito un'occasione enorme, nella ripresa il Pontassieve cerca comunque di rimediare: lo aiutano anche i cambi di Marchionni, che lascia negli spogliatoi Cristian Paoli e Novelli per fare spazio a Rosetti e Hamzai. Ad avere l'occasione migliore è però Fedi, che aveva sostituito Paolieri dopo l'infortunio; ma non lo premia la decisione di provare a scartare Samuel Meini, che lo costringe a defilarsi e a perdere il momento per calciare. Che per il pari ci sia ancora margine lo suggerisce la sciocchissima reazione di Kapidani, che chiude una settimana da protagonista con un'espulsione evitabile (occhio alla durata della squalifica: giovedì se ne saprà di più); in dieci contro dieci il Pontassieve aumenta gli sforzi offensivi, ma improvvisamente si ritrova sul doppio svantaggio: tra quattro avversari è Bettaccini a raccogliere il pallone spedito sul palo dalla punizione di Sarno; e da due metri non può essere un problema convertirlo nel 3-1. Alla fine manca poco meno d'un quarto d'ora: Marchionni prova a sfruttare gli spazi chiamando fuori Casci per Bernardini e Urbinati per Manzini, cui nel finale capita il pallone buono per dare al recupero un respiro diverso; ma la sua scivolata sul velo di Lapo Bartolozzi è corta d'una spanna, e la Lampo Meridien si salva di nuovo. Innocenti sorride: in sei partite ha ottenuto otto punti, e ha perso soltanto con Sporting Cecina e Fratres Perignano. Calciatorepiù : è il sabato di Febbe (Lampo Meridien). Che si può chiedere di più a un centravanti che segna e per un centinaio di minuti combatte spesso da solo con una difesa arcigna?
Da Affrico ad Affrico fa cinquecentocinquantasei. L'imbattibilità interna del Maliseti è durata più di un anno e mezzo; per l'esattezza un anno e mezzo e una settimana: cinquecentocinquantasei giorni. All'inizio e alla fine del tragitto ci sono lo stesso punteggio, 0-2, e la stessa squadra: l'Affrico, che allora aveva bisogno di punti per salvarsi; e l'Affrico, che dopo gli inciampi nelle trasferte di Forte dei Marmi e di Fucecchio sta tentando di non ritrovarsi troppo lontano dalla Sestese. È lei, la capolista, la squadra che più beneficia dell'assenza d'una rivale designata: le pretendenti si fanno reciprocamente i dispetti, e la classifica s'allunga. Alla vigilia lo scarto minimo valeva tre punti: la sconfitta del Maliseti, che scivola a meno sei, lo fa salire a quattro. Stavolta esplode evidente ciò che a Forte dei Marmi era rimasto abbastanza nascosto: non con tutte le difese la coppia Marrano-Guizzaro può sostituire Dardha, che dopo l'espulsione ricevuta col Pontassieve salterà ancora Bibbiena, Fucecchio e Floriagafir. Terreni pesanti, giocate d'anticipo e marcature fisiche (grande Shehade, grandissimo Vignozzi) li rendono due buoni trequartisti che per essere efficaci avrebbero bisogno d'un centravanti d'accompagnamento; in sua assenza vedere la porta, anche da lontano, è complicato. In tutta la partita i due riusciranno a concludere solo una volta, e neppure nello specchio: in pedana Marrano al quarto d'ora, traiettoria di poco alta da una ventina di metri abbondanti. L'Affrico era già riuscito a rendersi pericoloso: l'azione l'aveva costruita Casati, indosso un insolito undici e nei quadricipiti la consueta voglia di sprintare sulla corsia sinistra; sul suo servizio a rimorchio calcia Tellini, uno dei quattro cambi decisi da Berchielli rispetto alla formazione scelta per il derby (prende il posto di Biba; dentro anche Guerra per Russo, Shehade per Guarducci e, in allegato cambio tattico, Bartalini per Traorè); ma l'esecuzione gli esce centrale, e Naselli para. Per sbloccare la partita comunque all'Affrico è sufficiente il secondo tentativo, favorito dalla cattiva lettura di Niccolai che affonda una scivolata inutile in una zolla innocua della propria area, fronte alla bandiera del calcio d'angolo: inevitabile il fischio di Bolognesi a concedere il rigore, perfetta l'esecuzione di Termini che il fallo l'aveva subito e che porta a sei il numero di reti stagionali. Anziché abbatterlo, a sorpresa lo svantaggio subito scioccamente scuote il Maliseti che nell'ultimo terzo prima dell'intervallo stringe l'Affrico in area, e conquista cinque angoli in sequenza e una punizione al limite; la calcia Andreola verso lo specchio, protetto da una deviazione dietro la barriera. Più pericoloso è il tiro con cui da fuori area Licciardello cerca la porta da venticinque metri abbondanti: le invocazioni dell'Affrico, Lami battuto, fanno schizzare il tiro contro la traversa. È un promemoria di lettura facile: gli spazi a disposizione del Maliseti vanno ridotti ancora. Berchielli interviene subito, rinforzando la difesa con Andrei (di lì a poco entreranno anche Giannoni e Traorè) e passando all'attacco pesante nel momento in cui decide di risparmiare a Termini, colpito duro, l'ultimo quarto di gara: dentro Russo. Ma è l'altro centravanti a segnare la rete del raddoppio dopo una punizione scaricata da Casati sulla barriera e un tiro di Vignozzi di poco a lato su un traversone rimpallato: è infatti nella zona di Guerra che scende il pallone rinviato corto da Naselli, uscito sul fronte sinistro della propria trequarti per tamponare il lancio profondo di Bartoletti; ed è suo il mancino che senza troppi calcoli spedisce il pallone nella porta incustodita. Sullo 0-2 il Maliseti vede svanire ogni ipotesi di rimonta; anzi, è l'Affrico ad andare vicino alla terza rete sull'ennesimo pallone recuperato e verticalizzato da Bartoletti; ma dandosi noia dopo aver seguito la stessa traccia Russo e Guerra ricordano come mai di norma di centravanti ne giochi uno solo. Uno però serve: per ritrovarlo il Maliseti deve attendere ancora quasi un mese; ma rispetto a un anno e mezzo e una settimana è l'equivalente di una notte. Calciatoripiù : efficacissimo nelle chiusure (di testa le prende tutte), splendido in impostazione, Vignozzi è il leader di una squadra che per dare continuità ai risultati e avvicinarsi alla Sestese s'appoggia sui recuperi e sulle verticalizzazioni di Bartoletti (d'altra parte non si diventa campioni d'Italia per caso o per fortuna), sulle giocate di Termini e sulla rete di Guerra (Affrico). Certo, un dubbio rimane: come sarebbe finita se anziché sulla traversa il tiro di Licciardello (Maliseti) fosse finito in porta?
Che dire di una Sestese che continua la serie di vittorie liquidando, con un classico 2-0 una squadra di tutto rispetto come lo Sporting Cecina? Implacabile, inarrestabile, bellissima: gli aggettivi si sprecano per una compagine che è innanzitutto uno straordinario gruppo, privo di punti deboli e capace di venire a capo di situazioni di emergenza come quelle della gara contro i cecinesi. Contro una formazione ben organizzata, con quattro vittorie all'attivo e nessun pareggio, la Sestese ha dovuto fare i conti con diverse assenze pesanti, arrivando a disporre di una rosa di solo diciotto giocatori. L'assenza che si è fatta più sentire è quella del bomber Fiorentino, alle prese con uno stiramento e comunque recuperabile a breve, ma di riffa o di raffa la Sestese trova sempre la via del gol: ventidue le reti segnate finora, con ben nove marcatori diversi. Come dire che le vie del gol, anche senza il bomber di riferimento, sono infinite. E adesso, per capire ancor meglio se è tutto oro quel che luccica, i rossoblù di Sesto sono attesi da un trittico assolutamente probante: Affrico fuori casa, Lastrigiana in casa e Fucecchio ancora in trasferta. Come dire tre delle quattro più vicine inseguitrici, insieme al Perignano già battuto a domicilio. Ma a ora approfondiamo, attraverso la cronaca dettagliata, la gara del Torrini. Si gioca sotto una pioggerella intermittente, che non crea comunque problemi al regolare svolgimento della gara. Le squadre hanno gli stessi colori sociali e quindi, per dovere di ospitalità, la Sestese indossa una maglia bianca con una striscia verticale rossoblù. Per le assenze di due titolari come Gaffarelli e Fiorentino mister Rossi è costretto a far di necessità virtù e quindi affidandosi ad un iniziale 4-3-2-1 con Mernacaj basso a destra e Chelli, Papucci e Geri a completare la linea difensiva a quattro. Gocaj parte centrocampista di destra nella linea a tre, Bravi gioca qualche metro dietro le due punte che sono Verzicco e Patrignnani. Lo Sporting Cecina risponde con una difesa a quattro e tiene corte le linee, con un centrocampo sostanzialmente a quattro e Hadji e Di Tanto a fare da riferimento offensivo. Una squadra che non si mette a fare barricate, ma che cerca di irretire la manovra degli avversari e soprattutto non concedere loro profondità. In effetti i padroni di casa impiegano diversi minuti per arrivare al tiro: avviene al 6', quando Verzicco fa partire un bel fendente dal limite, il pallone finisce sul fondo, poco distante dal palo alla destra del portiere. Lo Sporting Cecina non si limita a guardare e, al 10', si presenta pericolosamente al tiro da dentro l'area con Hadji, ma il pallone incoccia in un difensore e finisce in calcio d'angolo. Sul corner da sinistra, il portiere Fantini si lascia sfuggire la sfera, ma nessuno ne sa approfittare in maniera determinante. L'assenza di Fiorentino costringe Patrignani e Verzicco a fare molto movimento per sorprendere i difensori: splendido, al 19', il lancio in profondità di Cremonini per Verzicco, ma Sozzi arriva sul pallone prima dell'attaccante. Gli ospiti sono pronti al raddoppio sulle fasce e così anche le frequenti incursioni di Geri a sinistra, non sortiscono al momento pericoli particolari. Si cerca la conclusione da fuori come fa, al 22', Patrignani: il pallone fila centrale e Sozzi non si fa sorprendere. La migliore occasione per la Sestese arriva al 26': da Geri a Patrignani e il numero 11 trova una varco in area a sinistra calciando poi in diagonale, ma Sozzi è bravissimo ad opporsi con i piedi. Emerge qualche affanno nella difesa ospite, ma gli ospiti sanno anche ripartire e, al 31', Vilcea è costretto al fallo tattico per fermare un pericoloso contropiede che si stava sviluppando per vie centrali. Il conseguente calcio di punizione di Fabbris manda il pallone sul fondo, un metro abbondante oltre il palo, alla destra di Fantini. Le ripartenze degli ospiti sono sempre pericolose, malgrado i padroni di casa siano attenti a non scoprirsi troppo. Al 39' c'è un'apertura da manuale da destra a sinistra di Di Tanto che mette Pozzobon a tu per tu con Fantini: il diagonale finisce fuori di un soffio, alla sinistra di Fantini. Risponde immediatamente la Sestese, con Geri da sinistra che indirizza il pallone sul primo palo: Sozzi c'è e lo devia sul fondo (40'). Conclusione altissima di Verzicco, al 41', e poi il finaledi tempo è tutto degli ospiti. Al 44' Hadji si invola sulla sinistra e dal fondo mette il pallone in mezzo: la sfera attraversa tutta l'area senza che nessuno riesca a intervenire. Allo scadere dei due minuti di recupero un'incursione centrale di Di Tanto, si conclude con un tiro che sorvola la traversa. La partita riprende sul copione del primo tempo: ancora un'ammonizione ad un centrocampista di casa (Gocaj), che ferma irregolarmente una ripartenza degli ospiti. Errore in disimpegno del portiere Sozzi al 5': Verzicco arriva prima di Patrignani sul pallone e lo indirizza a rete, ma Sozzi - che ha recuperato la posizione a difesa della porta - respinge il tiro a mezza altezza. Al 55' Rossi opera un primo cambio: esce Gocaj ed entra Vannini. Il numero 18 si piazza nella posizione di Bravi che arretra sulla linea mediana. Proprio Vannini, al 56', calcia da fuori verso la porta avversaria: Sozzi respinge con i pugni. Due minuti dopo, ancora Vannini libera Patrignani al tiro, ma il pallone viene ribattuto da un difensore. Insiste la Sestese in avanti, senza però creare in questa fase particolari problemi alla difesa ospite. Al 66' Rossi richiama Patrignani (finora il cannoniere della squadra con cinque gol) e inserisce Scarpelli. Al 67' proprio l'ultimo entrato affonda sulla destra, vince un tackle e dal fondo crossa a rientrare: spunta Bravi che colpisce pulito il pallone, imprendibile per Sozzi che pur lo sfiora e la sfera sbatte sotto la faccia inferiore della traversa e rimbalza oltre la linea di porta. Un colpo di classe del giocatore forse più talentuoso in campo. L'inerzia dl match appare segnata eppure il Cecina, che ha operato tutte le sostituzioni possibili, non è rassegnato. E' evidente che così agendo si rende più vulnerabile, perché adesso sono gli avversari a godere di spazi liberi. All'84' su calcio di punizione da una ventina di metri, affidato al sinistro educato di Geri, il portiere Sozzi vola a respingere il pallone indirizzato sotto l'incrocio dei pali, alla sua destra: sulla ribattuta un altro nuovo entrato (Mencarelli) non trova il bersaglio. Nel generoso tentativo degli ospiti di arrivare al pareggio si conta solo, su un corner battuto a sorpresa, un diagonale di Pozzobon, che termina di poco sopra la traversa. Nel lungo recupero con schemi ormai saltati, l'ultimo degli entrati nella Sestese (Athuman), insacca a fil di palo con un rasoterra da un metro dentro l'area e chiude definitivamente i conti (95'). Come scrive il grande poeta Umberto Saba attorno al vincitore stanno, al suo collo si gettano i fratelli . E', insomma, un mucchio festante intorno ad Athuman, nel quale si inseriscono anche i componenti della panchina sestese: l'arbitro non gradisce e ne spedisce un paio direttamente negli spogliatoi. Si va avanti ancora e si accendono anche le luci dell'impianto: il fischio finale arriva dopo il 97': Fate posto, c'è un'altra gara. Calciatoripiù : tutti bravi nella Sestese, ma Bravi si merita la ribalta. Nello Sporting Cecina, malgrado qualche sbavatura nel giocare il pallone con i piedi, ha compiuto interventi decisivi il portiere Sozzi . Da sottolineare che lo Sporting Cecina è apparso, nel suo complesso, una più che discreta squadra.
C'è chi alle azioni decisive sembra destinato. Diciott'anni fa (dio, diciotto: c'è gente che guida la macchina e che considera pari, roba da vecchi, i mondiali del 1982 e del 2006) e per una sola estate, ma infinita, così si presentava Fabio Grosso: rigore conquistato con l'Australia, rete alla Germania nel recupero, rigore decisivo in finale con la Francia. Anche se il contrappeso è il minor rilievo dei traguardi (ma vale la pena di splendere al massimo in una sola estate, così tanto da bruciarsi?) Fontani spera d'emularlo per un periodo maggiore. La strada è giusta: senza la sua rete contro l'Affrico nell'ultima giornata della scorsa stagione, la Lastrigiana non avrebbe vinto il campionato; e dunque non si sarebbe qualificata alle finali nazionali; e non avrebbe vinto lo scudetto. Senza la sua rete nell'ultima azione della partita contro la Floriagafir sarebbe arrivato il secondo pareggio di seguito; e stavolta non è immersa in un vortice da cui esca, lanciati i dadi, la squadra campione con meno di due punti a partita: davanti c'è la Sestese, che ha inciampato a San Giuliano e poi ha sempre vinto. E dunque il secondo pareggio di seguito avrebbe voluto dire finire a una distanza già difficilmente recuperabile: sei punti, un'infinità. Invece i punti restano quattro, quattro come alla vigilia; quattro perché Fontani ascolta ciò che gli suggerisce Guasti, e calcia direttamente in porta l'ultima punizione della partita: trentacinque metri la distanza. I punti restano quattro perché saltano in diecimila, e nessuno tocca, e Marcantonini vede il pallone all'ultimo, ed è troppo tardi per cercare di alzarlo sopra l'incrocio: perché è lì che è diretto, all'incrocio, dove solo chi ha tecnica e coraggio riesce a imbullettare un pallone pesantissimo. È l'epilogo entusiasmante d'una partita sonnolenta per tutta la prima metà: al pericolo costruito dalla Floria dopo sei minuti (calcia a lato Landolina, che un traversone da sinistra pesca davanti a Chiarello) la Lastrigiana replica solo con un doppio tiro di Baldini (mancino ribattuto, destro a lato) da venti metri, una sua punizione che di testa De Pascalis non corregge abbastanza e un tentativo di Pezzano faticosamente incasellabile tra le occasioni. Ben diversa è la ripresa; lo è perché all'aggressività la Floriagafir associa finalmente la concretezza sottoporta: a Serrini bastano cinque minuti dal riavvio per catapultarsi su un pallone lungo da sinistra, vincere lo sprint sulla breve distanza e battere Chiarello con un tiro secco sotto la traversa. Lo svantaggio accelera le decisioni di Guasti, che aveva già in animo di ritoccare il centrocampo: per Vignolini entra Fontani, che subito conquista un angolo e lo calcia a centro area; di testa De Pascalis schianta il pallone contro la traversa, il rimbalzo sulla quale Baldini da tre metri trasforma nell'1-1. Aggiustata subito la partita, Guasti prosegue a stringere i bulloni troppo lenti: continua la metamorfosi di mediana e trequarti, con l'ingresso di Moccia per Massaro e di Martini per Canale. È lui, secondo cambio azzeccato, ad avviare l'azione del raddoppio recuperando il pallone che la Floriagafir stava tentando di far avanzare sulla propria corsia destra: il suo servizio rapido mette Fontani in condizione di completare la rimonta (81'). Ma Guasti non fa in tempo a inserire Finelli, terzo centrale con De Pascalis e Bonaiuti, per passare a un copertissimo 5-3-2 che la Floriagafir pareggia: un angolo a prima vista imperfetto diventa micidiale una volta che una serie prolungata di lisci e di veli lascia filtrare il pallone fin dentro l'area di porta; lì interviene Matteuzzi che lo spinge dentro trasformandolo nel 2-2. Alla fine della partita mancano sei minuti canonici e quattro di recupero: la Lastrigiana riesce a costruire altre tre occasioni da rete. Le prime due (calcia alto Pezzano, a lato Oliveri) non vanno a buon fine; quella decisiva è la terza, la punizione che da lontanissimo Fontani conficca all'incrocio e che tiene viva la rincorsa della Lastrigiana alla Sestese. Calciatoripiù : attento a tamponare un paio di sbavature difensive che avrebbero potuto avere esiti per lui nefasti, Chiarello si conferma portiere di livello assoluto; il migliore però è Fontani (Lastrigiana), che con un assist vincente e una doppietta rivoluziona una partita complicata.